Aldo Capitini, la Marcia Perugia-Assisi ed il Movimento Nonviolento

Se vogliamo individuare una data precisa per la nascita del movimento pacifista italiano, è certamente il 24 settembre 1961 anno in cui si svolse una marcia da Perugia ad Assisi  “per la pace e la fratellanza fra i popoli”. Una marcia così in Italia non c’era mai stata. Ci voleva un coraggioso visionario come Aldo Capitini, filosofo antifascista, pacifista, nonviolento, libero religioso, per lanciare la sfida. Il movimento per la pace italiano, grazie anche alla Marcia Perugia-Assisi, è stato forse uno dei più partecipati e attivi a livello mondiale. 

Dopo la prematura scomparsa di Aldo Capitini, che avvenne nell’ottobre del 1968, il Movimento Nonviolento, su spinta di Pietro Pinna –  che raccolse l’eredità capitiniana – decise di dare vita ad una seconda edizione (nel decimo anniversario della morte di Capitini), e fu solo da allora che la Marcia del 1961 divenne “la prima Marcia”.

Don Andrea Gallo: un prete che si è scoperto uomo

Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene immediatamente richiamato, fin dall’adolescenza, da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tempo pieno “con” gli ultimi, i poveri, gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile all’esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione.

Alberto L’Abate: paladino della rivoluzione nonviolenta

Ha scelto il giorno della morte del suo amico e maestro per andarsene. Il 19 ottobre alla figura di Aldo Capitini – scomparso ormai 49 anni fa – si aggiunge adesso quella di Alberto L’Abate, spentosi a Firenze all’età di 86 anni. Alberto ha fatto della rivoluzione nonviolenta la sua ragione di vita insegnando a […]

Maria Occhipinti: una donna contro la guerra

Pur avendo una formazione da autodidatta, avendo accumulato letture rapsodiche e occasionali, Maria aveva una forte tensione a conoscere, una curiosità onnivora che la spingeva a cercare di capire il mondo e i meccanismi di potere che lo sorreggono. E seppur in modo un po’ ingenuo ma passionale e coinvolgente aveva capito dove posizionarsi nel mondo e soprattutto era capace di elaborare un pensiero autonomo, obbedendo solo alla sua coscienza

Matteo Pucciarelli: parole di guerra, parole di pace

Cercare la pace è non dimenticare la storia e le vite di chi subisce su di sé il peso della disuguaglianza e delle discriminazioni. Non voltare lo sguardo, quindi. Orientarlo anche laddove, invece, uomini e donne di buona volontà provano a mettere in pratica l’idea di trasformazione della società. Dare voce alla concretezza di chi si muove con fatica e desolazione sulle linee di confine