Domenico Gallo: L’avvenire è ormai quasi passato

Per i giovani che negli anni 70 del secolo scorso si interrogavano sul loro futuro, l’enigma fondamentale rimaneva la divisione del mondo in due blocchi politico-militari contrapposti sullo sfondo di un sentimento cupo di ansia per la minaccia di mutua distruzione nucleare. Della divisione del mondo in due blocchi percepivamo la durezza che si esprimeva […]
Vittorio Arrigoni: “Mi chiedi una lettera…”

Diciamo che ormai sono in viaggio da svariati anni. Un viaggio che più che intorno al globo si può identificare come all’interno dell’uomo. Mettendo a tacere ogni retorica e respingendo ogni modello di vita preconfezionato della nostra società malata, io ho deciso di dedicare molto del mio tempo e delle mie energie alla ricerca di verità nascoste, interessi inusuali, mettendo al setaccio quei luoghi dove la miseria e la guerra segnano per sempre, insegnando a perdere ogni speranza di pace, ogni diritto di equa esistenza. Ho assoggettato le regole della mia vita all’anarchia della mia anima, che di desueto confluisce nei normali ranghi che la società ci impone. (…)Costruivamo scuole e laboratori di falegnameria per tirar via dalla strada i giovani, altrimenti destinati alla cerchia di lercia miseria e alcolismo che ha inghiottito la maggior parte degli adulti.
Don Tonino Bello, riconoscimento postumo per il “pacifista scomodo”

Venticinque anni fa moriva don Tonino Bello, una delle voci più profetiche della Chiesa italiana e dell’impegno per la pace. La sua eredità è accanto a quella di don Milani, Padre Balducci, don Mazzolari.
È sempre stato in mezzo agli ultimi, consolando gli afflitti – le vittime delle guerre, i migranti, i poveri – ma ha richiamato il bisogno di affliggere i consolati, quelli che girano la testa dall’altra parte, gli indifferenti, i farisei, i beneficiati dal potere e dalla ricchezza, i conformisti, i privilegiati. E si è battuto incessantemente contro i “signori della guerra”
Salvatore Cannavò: l’esperienza di Guerre&Pace e la fine del modello Vietnam

Dopo la vita studentesca, il movimento della Pantera, sull’onda della guerra del Golfo del 1991 incontro l’esperienza del “Comitato Golfo per la verità sulla guerra” fondato proprio contro il “nuovo ordine globale” degli Stati Uniti di George Bush sr. Quel Comitato aveva tra i suoi fondatori figure eccezionali come padre Ernesto Balducci, Raniero La Valle, Domenico Gallo ed era nato, nel giugno 1991, in collegamento col Tribunale sui crimini di guerra promosso negli Stati Uniti dall’ex ministro alla giustizia Ramsey Clark.
Le donne in nero, ieri e oggi

LE ORIGINI di Elisabetta Donini Elisabetta Donini, (Torino, 1942) insegnante di Fisica alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, una delle fondatrici delle Donne in Nero italiane, impegnata dalla fine degli anni ’80 in percorsi di relazione con donne palestinesi e israeliane, ed è autrice di numerosi testi e saggi su temi quali la politica della diversità, i rapporti attraverso […]
Pietro Folena: Tom Benetollo, accendere la luce del sole

Tom dal 1973 era stato uno dei miei migliori amici. Forse il migliore. E come in tutte le grandi amicizie cariche di sentimenti, c’erano stati periodi di incomprensione, e di lontananza. Ma quel filo non si era spezzato mai. (…) La sua formazione, tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70, è stata decisiva per farlo diventare forse il più importante leader pacifista italiano, e uno dei più importanti in Europa.
Dino Frisullo: contro la guerra, al fianco delle vittime

Da instancabile organizzatore ma anche da ricercatore, giornalista: Dino studiava, approfondiva, cercava informazioni per “leggere” i conflitti e capire come poter incidere sui rapporti di forza, con la consapevolezza che bisogna conoscere le forze in campo per non essere velleitari, senza però rinunciare alla convinzione che quando tutto sembra inutile, la politica, il coinvolgimento democratico e popolare, sono l’unica forza motrice giusta della storia, sperimentando altre forme di diplomazia “dal basso”, costringendo i governi, gli Stati a fare i conti con la caparbia ostinazione di un pugno di visionari forse un po’ matti, disposti perfino a prendere botte, a essere incarcerati, a rischiare la vita facendo da scudi umani in zone di guerra.
Pietro Ingrao e il suo “Mi ricordo la pace”

Nel mio Paese l’articolo 11 della Costituzione, che consente solo la guerra di difesa, è di fatto stracciato: senza che su ciò ci sia né sorpresa né scandalo: e nemmeno una discussione in Parlamento, o un qualche chiarimento da parte del Presidente della Repubblica, il quale su una tale violazione serba un religioso silenzio.
E c’è qualcosa che mi spaventa di più. C’è il fatto amaro che nei nostri Paesi il senso comune non si allarma: non trema più.
Alexander Langer: il pacifista

Nato in Sudtirolo a Sterzing/Vipiteno il 22 febbraio 1946, Alexander Langer decise di interrompere la propria vita il 3 luglio 1995, a 49 anni. Lavorò come giornalista, traduttore, insegnante, collaborò fin da giovanissimo a riviste, associazioni, iniziative civiche.
Alessandra Mecozzi: il mio pacifismo sindacale e femminista

Il legame non è nuovo. Ma negli ultimi anni l’investimento che il sindacato ha fatto sul tema della pace non ha precedenti. Le ragioni di una scelta a tutto campo.