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La marcia dei pacifisti europei si ferma alle porte di Sarajevo | Vichi de Marchi | Articolo su l'Unità il giorno prima dell'ingresso a Sarajevo | 1992-12-11 | Parole chiave: Sarajevo |
Sarajevo cuore d'Europa | aavv | Volantino di promozione dell'iniziativa di raccolta di aiuti umanitari per Sarajevo | 1993-06-28 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Balcani, Sarajevo |
Il giorno in cui don Tonino Bello parlò a Sarajevo | Lucia Bellaspiga | Un racconto su don Tonino Bello e la marcia dei 500. A distanza di trent'anni. Reportage per Avvenire | 1992-12-11 | Parole chiave: Sarajevo, don Tonino Bello |
Time for peace: un villaggio per i profughi | Aavv | Resoconto delle attività di Time for peace | 1993-10-12 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Balcani, Sarajevo |
Lettera su Moreno | Luigi Ceccato, Pierluigi Ontanetti, Luca Berti, Angelo Cavagno | Lettera in cui si ricostruisce l'uccisione di Moreno Locatelli | 1993-10-03 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Moreno Locatelli, Sarajevo |
Cronologia di Mir Sada | aavv | Giorno per giorno, l'esperienza di Mir Sada | 1993-08-15 | Parole chiave: Balcani, Mir Sada, Sarajevo |
Lettera di Stasa | Stasa | Lettera di Stasa sul Movimento donne per la pace e sulle Donne in nero | 1993-09-02 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo, donne, femminismo |
Inner story | Tom Benetollo | Racconto di un'idea diventata realtà: la carovana della pace da Skopje a Sarajevo | 1991-09-24 | Parole chiave: Sarajevo, Tom Benetollo |
Disarmiamo l inverno | Ics | Raccolta straordinaria di aiuti per la Bosnia-Erzegovina promossa dal Consorzio Italiano di Solidarietà | 1993-12-20 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo |
Qualcuno dopo questo massacro | Gianni D Elia | Recensione al libro "Qualcuno dovrà dopo tutto. Racconti e poesie dalla guerra". Edito da Lunaria in collaborazione con Associazione per la pace. International Peace Center di Sarajevo e Pen Club. Con poesie di, tra gli altri, Gianni D'Elia eTommaso di Francesco | 1995-02-20 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo |
Da Ancona a Falconara Marcia della nuova solidarieta | Arci, Anpas, Associazione per la pace, Acli | Comunicato stampa di lancio della marcia nonviolenta da Ancona a Falconara, sede del ponte aereo per Sarajevo | 1994-03-28 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario |
Foto

Monsignor Tonino Bello lancia nell'estate del 1992 l'appello perché si dia un concreto contributo alla pace e alla giustizia in Bosnia con un'iniziativa nonviolenta. L'organizzazione viene assunta dai "Beati costruttori di Pace". Dopo mesi di preparativi 500 pacifisti decidono di partire da Ancona il 7 dicembre del '92. Obiettivo: arrivare a Sarajevo, sotto assedio da nove mesi, il 10 dicembre in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani. Foto di Mario Boccia

I pacifisti arrivano a Kiseljak la sera del 9 dicembre e vengono ospitati per la notte in una scuola media, accolti dal sindaco e dal rappresentante della Croce rossa. La mattina successiva i 500 si riuniscono in assemblea, per condividere le informazioni secondo cui gli scontri e i bombardamenti sono aumentati di intensità. Intanto i responsabili dell'organizzazione della marcia in loco hanno già fatto avanti e indietro dai vari posti di blocco fra Kiseljak e Sarajevo, per concordare con i comandanti locali l'assenso al transito. Foto di Mario Boccia

Assorto, Monsignor Tonino Bello, vescovo di Molfetta, ascolta gli interventi durante l'assemblea di Kiseljak. E' ispiratore e guida della Marcia dei 500, che decide di accompagnare nonostante già molto malato. Morirà pochi mesi dopo, il 20 aprile 1993. Foto di Mario Boccia

Il gruppo "sanità" della Marcia dei 500 formato da 18 medici e 18 infermieri, viaggia distribuito nei diversi pullman e nelle due ambulanze donate dalla Regione Veneto con lo scopo di lasciarle in dotazione a due ospedali nell'area di Sarajevo. Nella foto, Marisa Siccardi prima della partenza da Kiseljak. Allora direttrice didattica della scuola per infermieri professionali di Sarzana, parteciperà poi a moltissimi interventi sanitari nell'area dell'ex-Jugoslavia. Foto di Mario Boccia

La mattina del 12 dicembre avviene il vero ingresso in città. La carovana si muove a piedi dalla scuola in cui ha dormito, nei pressi del palazzo che oggi è sede della municipalità "Sarajevo centro", lungo le strade che si snodano verso l'inizio di Baščaršija. Foto di Mario Boccia

Sono oltre duemila i pacifisti italiani e provenienti da paesi europei ed extraeuropei, che aderiscono a Mir Sada. I primi 1200 pacifisti si ritrovano il 1° agosto in un grande hangar nei pressi del porto di Ancona. In attesa dell'imbarco per Spalato, avvengono incontri tra i cosiddetti "gruppi di affinità" e riunioni in assemblea plenaria. Altri gruppi arriveranno nei tre giorni successivi direttamente al campo base di Spalato. Foto di Mario Boccia 1/11

Otto di sera, il traghetto è pronto a partire. Sulla battagliola viene appeso uno striscione in ricordo di attivisti del movimento pacifista, morti nella primavera di quell'anno. Il 20 aprile muore per malattia Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e ideatore della marcia del 500 del dicembre 1992. Il 29 maggio vengono uccisi, in un agguato in Bosnia Erzegovina, tre volontari bresciani: Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni. Foto di Mario Boccia

Mentre la nave salpa, i monaci buddisti che partecipano all'iniziativa battono sui loro strumenti a percussione il tam-tam. Per salutare coloro che sono rimasti sul molo e per portare buon auspicio al viaggio. Un ritmico suono che accompagna la nave fino in mare aperto e che ricomincia la mattina successiva, in vista del porto di Spalato. Foto di Mario Boccia

I due portavoce delle organizzazioni promotrici, ascoltano i partecipanti al dibattito. Sono, in primo piano nella foto, Don Albino Bizzotto, presidente dei "Beati Costruttori di Pace" con sede a Padova e Alain Michelle, presidente dell'associazione umanitaria francesce "Equilibre" (sulla sinistra e dietro a Don Albino Bizzotto) responsabile della logistica e dell'assistenza medica durante Mir Sada. Foto di Mario Boccia

L'accampamento di Spalato è costellato di cartelloni informativi appesi agli alberi, tradotti in diverse lingue. Il ragazzo con i capelli lunghi neri, raccolti in una coda, è Gabriele Moreno Locatelli. Moreno è uno dei volontari dei Beati Costruttori di Pace che resterà a Sarajevo nei mesi successivi. Verrà ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993 sul ponte Vrbanja, durante un'iniziativa organizzata dagli stessi Beati. Foto di Mario Boccia

L'attesa nei pressi di Prozor vede una grande solidarietà tra i partecipanti, appartenenti a realtà della società civile e del movimento pacifista, molto diverse tra loro. A sinistra nella foto Raffaella Bolini, di Arci e rappresentante del neonato "ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà", oggi responsabile di Arci internazionale. Accanto, Carmen Bertolazzi, presidente di "Arcisolidarietà Ora d'Aria". Foto di Mario Boccia

Il padre francescano Alain Richard è francese ma per partecipare a Mir Sada è partito dagli USA dove abita. E' uno dei più importanti portavoce del movimento per la pace mondiale. Negli anni duemila torna a vivere in Francia e lancia un nuovo modo di manifestare pacificamente: i "cercle de silence" che prevedono la raccolta, ogni mese in giorno e ora stabilita, di manifestanti in cerchio e in silenzio in una piazza pubblica. Foto di Mario Boccia

Il 7 agosto, durante un contatto radio con l'Unità di crisi della Farnesina, i pacifisti rimasti a Ramsko vengono informati del peggioramento della situazione. Proseguire per Sarajevo significa rischiare la prigionia o il martirio. In assemblea generale viene deciso di non proseguire verso la capitale bosniaca, ma di scrivere un appello da consegnare alla vicina base delle forze di pace Onu (Unprofor). Foto di Mario Boccia

Dal lago di Ramsko un gruppo di 58 decide di proseguire verso Sarajevo, tutti gli altri tornano a Spalato. Da lì, riunitisi con i pacifisti rimasti alla base spalatina, si avviano contrattazioni con le parti croata e musulmana per permettere a Mir Sada l'ingresso a Mostar. Una città divisa in due, est e ovest, dal conflitto. L'intento dei pacifisti è spingerli a una tregua e portare ad entrambe le parti gli aiuti umanitari trasportati dall'Italia. Foto di Mario Boccia

Mentre i pacifisti sono nella piazza della cattedrale, non viene rispettato nemmeno il cessate il fuoco. Durante il discorso tenuto sulle gradinate, l'artiglieria croato-bosniaca continua a bombardare verso est la parte musulmana. Nella foto, Dino Frisullo con il microfono in mano. Alla sua destra Tom Benetollo, allora presidente di ArciNova e poi presidente Arci dal 1995 fino alla sua morte precoce nel 2004. Foto di Mario Boccia

Ancona, foto di gruppo davanti al furgone che ha funzionato da ufficio stampa e da stazione radio durante tutta l'iniziativa Mir Sada. Nella fila di persone in piedi, secondo da sinistra in giacca e con gli occhiali c'è Giorgio Bonelli, che ha ricoperto il ruolo di responsabile dell'ufficio stampa. Davanti, secondo da sinistra, c'è invece il giornalista fotoreporter Mario Boccia (autore delle foto di questa galleria). Foto di Mario Boccia
Video
Il 6 dicembre del 1992 partirono dal porto di Ancona verso Sarajevo, sotto assedio da nove mesi nella guerra dei Balcani, 500 pacifisti italiani. Con loro anche tre obiettori di coscienza, che nonostante il Ministero della Difesa avesse negato loro il permesso all'espatrio, allora non previsto, gettarono così i primi semi del futuro servizio civile all'estero.
Gabriele Moreno Locatelli veniva colpito a morte da una raffica sul ponte Vrbanja di Sarajevo, la prima linea tra gli assedianti e gli assediati.
Podcast
Registrazione audio della conferenza stampa dal titolo ""Di ritorno da Sarajevo"" che si è tenuta a Roma martedì 15 dicembre 1992 Con Albino Bizzotto (SACERDOTE), Luigi Bettazzi (VESCOVO), Chicco Crippa (VERDI), Martino Dorigo (PRC), Galileo Guidi (PDS), Angelo Cavagna (SACERDOTE), Carlo Maggiolo (MEDICO), Renato Sacco (SACERDOTE), Giovanni Bersani (DC).