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C'è molto da fare: prima e dopo Mir Sada | Tom Benetollo | Riflessione, pubblicata su Azione nonviolenta, dopo l'interruzione della marcia di Mir Sada | 1993-09-09 | Parole chiave: Tom Benetollo |
Cronologia di Mir Sada | aavv | Giorno per giorno, l'esperienza di Mir Sada | 1993-08-15 | Parole chiave: Balcani, Mir Sada, Sarajevo |
Ricordi ed emozioni dalla marcia per la pace MIR SADA | Ugo Paderi | Diario di un pacifista a Mir Sada | 1993-08-15 | Parole chiave: Mir Sada |
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Mostra sugli stupri delle donne in Bosnia raccontate attraverso i disegni di Amira, ragazza di Tuzla. Pubblicazione su concessione del Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale

Sono oltre duemila i pacifisti italiani e provenienti da paesi europei ed extraeuropei, che aderiscono a Mir Sada. I primi 1200 pacifisti si ritrovano il 1° agosto in un grande hangar nei pressi del porto di Ancona. In attesa dell'imbarco per Spalato, avvengono incontri tra i cosiddetti "gruppi di affinità" e riunioni in assemblea plenaria. Altri gruppi arriveranno nei tre giorni successivi direttamente al campo base di Spalato. Foto di Mario Boccia 1/11

Otto di sera, il traghetto è pronto a partire. Sulla battagliola viene appeso uno striscione in ricordo di attivisti del movimento pacifista, morti nella primavera di quell'anno. Il 20 aprile muore per malattia Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e ideatore della marcia del 500 del dicembre 1992. Il 29 maggio vengono uccisi, in un agguato in Bosnia Erzegovina, tre volontari bresciani: Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni. Foto di Mario Boccia

Mentre la nave salpa, i monaci buddisti che partecipano all'iniziativa battono sui loro strumenti a percussione il tam-tam. Per salutare coloro che sono rimasti sul molo e per portare buon auspicio al viaggio. Un ritmico suono che accompagna la nave fino in mare aperto e che ricomincia la mattina successiva, in vista del porto di Spalato. Foto di Mario Boccia

I due portavoce delle organizzazioni promotrici, ascoltano i partecipanti al dibattito. Sono, in primo piano nella foto, Don Albino Bizzotto, presidente dei "Beati Costruttori di Pace" con sede a Padova e Alain Michelle, presidente dell'associazione umanitaria francesce "Equilibre" (sulla sinistra e dietro a Don Albino Bizzotto) responsabile della logistica e dell'assistenza medica durante Mir Sada. Foto di Mario Boccia

L'accampamento di Spalato è costellato di cartelloni informativi appesi agli alberi, tradotti in diverse lingue. Il ragazzo con i capelli lunghi neri, raccolti in una coda, è Gabriele Moreno Locatelli. Moreno è uno dei volontari dei Beati Costruttori di Pace che resterà a Sarajevo nei mesi successivi. Verrà ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993 sul ponte Vrbanja, durante un'iniziativa organizzata dagli stessi Beati. Foto di Mario Boccia

L'attesa nei pressi di Prozor vede una grande solidarietà tra i partecipanti, appartenenti a realtà della società civile e del movimento pacifista, molto diverse tra loro. A sinistra nella foto Raffaella Bolini, di Arci e rappresentante del neonato "ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà", oggi responsabile di Arci internazionale. Accanto, Carmen Bertolazzi, presidente di "Arcisolidarietà Ora d'Aria". Foto di Mario Boccia

Il padre francescano Alain Richard è francese ma per partecipare a Mir Sada è partito dagli USA dove abita. E' uno dei più importanti portavoce del movimento per la pace mondiale. Negli anni duemila torna a vivere in Francia e lancia un nuovo modo di manifestare pacificamente: i "cercle de silence" che prevedono la raccolta, ogni mese in giorno e ora stabilita, di manifestanti in cerchio e in silenzio in una piazza pubblica. Foto di Mario Boccia

Il 7 agosto, durante un contatto radio con l'Unità di crisi della Farnesina, i pacifisti rimasti a Ramsko vengono informati del peggioramento della situazione. Proseguire per Sarajevo significa rischiare la prigionia o il martirio. In assemblea generale viene deciso di non proseguire verso la capitale bosniaca, ma di scrivere un appello da consegnare alla vicina base delle forze di pace Onu (Unprofor). Foto di Mario Boccia

Dal lago di Ramsko un gruppo di 58 decide di proseguire verso Sarajevo, tutti gli altri tornano a Spalato. Da lì, riunitisi con i pacifisti rimasti alla base spalatina, si avviano contrattazioni con le parti croata e musulmana per permettere a Mir Sada l'ingresso a Mostar. Una città divisa in due, est e ovest, dal conflitto. L'intento dei pacifisti è spingerli a una tregua e portare ad entrambe le parti gli aiuti umanitari trasportati dall'Italia. Foto di Mario Boccia

Mentre i pacifisti sono nella piazza della cattedrale, non viene rispettato nemmeno il cessate il fuoco. Durante il discorso tenuto sulle gradinate, l'artiglieria croato-bosniaca continua a bombardare verso est la parte musulmana. Nella foto, Dino Frisullo con il microfono in mano. Alla sua destra Tom Benetollo, allora presidente di ArciNova e poi presidente Arci dal 1995 fino alla sua morte precoce nel 2004. Foto di Mario Boccia

Ancona, foto di gruppo davanti al furgone che ha funzionato da ufficio stampa e da stazione radio durante tutta l'iniziativa Mir Sada. Nella fila di persone in piedi, secondo da sinistra in giacca e con gli occhiali c'è Giorgio Bonelli, che ha ricoperto il ruolo di responsabile dell'ufficio stampa. Davanti, secondo da sinistra, c'è invece il giornalista fotoreporter Mario Boccia (autore delle foto di questa galleria). Foto di Mario Boccia
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Alla vigilia del corteo di chiusura del primo Forum Sociale Europeo. Gino Strada parla alla Fortezza da Basso davanti a circa duemila persone; a oltre vent'anni di distanza il suo discorso, rivolto ai giovani, resta attuale.
La Nato inizia i bombardamenti aerei sulla Repubblica Federale Iugoslava, accusata di non aver rispettato gli accordi internazionali di Rambouillet che miravano a risolvere la questione del Kosovo, focolaio di tensione etnica tra serbi e albanesi.
Documentario da Mir Sada. Edizione Beati Costruttori di Pace
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