No war superpotenza globale

All’inizio dell’anno la preparazione della guerra all’Iraq è alle sue ultime e concitate battute. 

Gli ispettori ONU dichiarano di non aver trovato in Iraq prove del possesso di armi di distruzioni di massa – l’accusa con cui Bush giustifica l’intenzione di attaccare l’Iraq non è dimostrata.

Gli USA allora presentano di fronte all’ONU e al mondo intero alcune prove in loro possesso, che si riveleranno in seguito del tutto false.

Si forma la “Coalizione dei Volenterosi”, che si prepara all’attacco senza autorizzazione ONU: include oltre agli USA anche il Regno Unito, la Spagna, l’Italia e altri paesi.

Contro la guerra si schierano altre potenze e nazioni, il Vaticano, personalità laiche e religiose, e un enorme movimento anti-guerra globale. Si susseguono appelli, iniziative diplomatiche ufficiali e ufficiose, manifestazioni.

La proposta europea di manifestare  il 15 febbraio viene rilanciata a Porto Alegre, nel Forum Sociale Mondiale. Altermondialismo, pacifismo, culture e identità diverse si uniscono sotto lo stesso slogan: “No alla guerra all’Iraq”.

E il 15 febbraio 2003 tutto il mondo scende in piazza: 110 milioni di persone manifestano in tutti i continenti contro la guerra. Tre milioni di persone a Roma. Enormi cortei nel Regno Unito e negli Usa. Le bandiere della pace sventolano ovunque.

E’ la più grande mobilitazione di massa mai realizzata al mondo. Il New York Times definirà il movimento come “la seconda superpotenza globale”. 

Il 20 marzo cominciano i bombardamenti e l’invasione dell’Iraq. A maggio Bush dichiara compiuta la missione. L’ONU, a posteriori, legittima l’occupazione.

Il regime è caduto. Ma in Iraq non arriverà né democrazia né pace, solo lunghi anni di guerra, terrorismo, instabilità. La stima va da mezzo milione a un milione di morti.

Il movimento no-war non si ferma. Non è riuscito a fermare l’attacco all’Iraq, ma il suo lavoro toglierà il consenso della opinione pubblica mondiale a questa guerra, e all’idea stessa della utilità della guerra.

Alcuni fra gli eventi di movimento significativi del 2003:

• 23- 28 gennaio: terzo Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre
• 15 febbraio: giornata globale di mobilitazione contro la guerra all’Iraq, manifestazioni in tutto il mondo
• 22 febbraio: in Italia, primi blocchi nonviolenti dei treni carichi di armi in partenza per l’Iraq
• 8 marzo: manifestazione alla base militare di Camp Derby
• 16 marzo: in Palestina viene uccisa Rachel Corrie, attivista USA di 23 anni.
• 12 aprile: a Roma manifestazione nazionale contro la guerra, dopo l’inizio dell’occupazione
• 1-3 giugno: manifestazioni internazionali a Evian (Francia) in occasione del G8
• 6 giugno: muore, a 51 anni, Dino Frisullo, grande attivista del movimento pacifista, antirazzista, e della lotta a fianco del popolo kurdo.
• 4-5-6 luglio assemblea preparatoria Forum Sociale Mediterraneo Napoli
• 4-5-6 settembre: mobilitazioni a Riva del Garda in occasione del vertice degli esteri della UE
• 9-14 settembre: mobilitazione globale a Cancun durante il vertice del WTO
• 12 ottobre: Marcia Perugia – Assisi
• 12-16 novembre: secondo Forum Sociale Europeo a Parigi
• 12 novembre: il movimento reagisce all’attentato di Nassirya contro il contingente italiano in Iraq, con 19 vittime e 20 feriti. 
• novembre – si sviluppa a sinistra un dibattito sulla nonviolenza, aperto dalla discussione dentro il partito della Rifondazione Comunista.