Ernesto Balducci: il pacifismo ad una svolta

La logica dell’equilibrio tra l’attacco e la risposta è dunque finita. I rifugi antinucleari – buon prò per l’Italia – sono ormai del tutto inutili, non essendo più pensabile un preavviso di 10-15 minuti. La guerra comincerà e finirà con una prima salve: un lampo e il genocidio sarà compiuto.
Superata la soglia atomica, la violenza è uscita fuori dei limiti della ragione e ha messo allo scoperto la sua parentela con l’istinto di morte. Quando la violenza esce fuori dell’orbita della ragione partorisce il terrore.
Aldo Capitini, la Marcia Perugia-Assisi ed il Movimento Nonviolento

Se vogliamo individuare una data precisa per la nascita del movimento pacifista italiano, è certamente il 24 settembre 1961 anno in cui si svolse una marcia da Perugia ad Assisi “per la pace e la fratellanza fra i popoli”. Una marcia così in Italia non c’era mai stata. Ci voleva un coraggioso visionario come Aldo Capitini, filosofo antifascista, pacifista, nonviolento, libero religioso, per lanciare la sfida. Il movimento per la pace italiano, grazie anche alla Marcia Perugia-Assisi, è stato forse uno dei più partecipati e attivi a livello mondiale.
Dopo la prematura scomparsa di Aldo Capitini, che avvenne nell’ottobre del 1968, il Movimento Nonviolento, su spinta di Pietro Pinna – che raccolse l’eredità capitiniana – decise di dare vita ad una seconda edizione (nel decimo anniversario della morte di Capitini), e fu solo da allora che la Marcia del 1961 divenne “la prima Marcia”.
Matteo Pucciarelli: parole di guerra, parole di pace

Cercare la pace è non dimenticare la storia e le vite di chi subisce su di sé il peso della disuguaglianza e delle discriminazioni. Non voltare lo sguardo, quindi. Orientarlo anche laddove, invece, uomini e donne di buona volontà provano a mettere in pratica l’idea di trasformazione della società. Dare voce alla concretezza di chi si muove con fatica e desolazione sulle linee di confine