Vittorio Arrigoni: “Mi chiedi una lettera…”

Diciamo che ormai sono in viaggio da svariati anni. Un viaggio che più che intorno al globo si può identificare come all’interno dell’uomo. Mettendo a tacere ogni retorica e respingendo ogni modello di vita preconfezionato della nostra società malata, io ho deciso di dedicare molto del mio tempo e delle mie energie alla ricerca di verità nascoste, interessi inusuali, mettendo al setaccio quei luoghi dove la miseria e la guerra segnano per sempre, insegnando a perdere ogni speranza di pace, ogni diritto di equa esistenza. Ho assoggettato le regole della mia vita all’anarchia della mia anima, che di desueto confluisce nei normali ranghi che la società ci impone. (…)Costruivamo scuole e laboratori di falegnameria per tirar via dalla strada i giovani, altrimenti destinati alla cerchia di lercia miseria e alcolismo che ha inghiottito la maggior parte degli adulti.
Sergio Bassoli: Caro Tom. Il mio racconto, la nostra storia

La traccia che hai lasciato è diventata un sentiero battuto, ben segnato che ci ha aiutato ad affrontare le sfide di questi ultimi decenni per far sì che la pace diventi, come pensavi tu, un progetto politico. (…) Ora devo intrecciare le nostre storie con il tema della pace, cosa che per te sarebbe facile, ma il compito tocca a me e la cosa cambia. Ci provo, poi mi dirai se ci sono riuscito o se sono uscito di strada.
Graziano Fortunato: Adotta la pace e Telefonski Most, ponti nelle guerre balcaniche

Un Mixer e due telefoni, un ponte telefonico italiano tra abitanti di Croazia e Serbia che non potevano più comunicare a causa della guerra. Lo avevamo fatto con lo spirito di slancio solidale che, allora come oggi, contraddistingue il mondo associativo. (…). La censura e il blocco di ogni forma di comunicazione e dialogo erano alcuni degli strumenti delle politiche nazionaliste.
Emanuele Giordana: la storia di Afgana

“Afgana” è una rete informale della società civile italiana – ne fecero parte Ong, associazioni, sindacati, ricercatori, cittadini – nata il 26 marzo 2007. L’idea era venuta a quattro persone che si erano incontrate quasi casualmente in Piazza Vittorio a Roma, sotto la sede di Lunaria. Giulio Marcon fece da anfitrione a Raffaella Bolini dell’Arci, al senatore Francesco Martone e a me, per Lettera22