Non solo Comiso. Il movimento per la pace degli anni ’80 contro il riarmo nucleare e gli euromissili, non si limita alle grandi manifestazioni nazionali o agli slogan generali. Dal nord al sud si torna a leggere il territorio, a capirne le dinamiche e i ruoli nello scacchiere politico-militare e la mobilitazione diventa concreta, con obiettivi ravvicinati e specifiche vertenze. Si pensa globalmente, si agisce localmente, come suggeriva un felice slogan ambientalista di quegli anni. Lo si fa insieme, senza steccati: associazionismo cattolico e laico, sinistra diffusa, ambientalismo nascente, sperimentando quella “militanza senza appartenenza” a cui il Centro Riforma dello Stato presieduto da Pietro Ingrao aveva dedicato un profetico quaderno di approfondimento.
Lo si fa non solo in occasione della marcia Perugia Assisi, che proprio in quegli anni viene rilanciata divenendo un appuntamento fisso, ma dalla Lombardia alla Calabria, dalla Sicilia alla Toscana, dal Veneto alla Sardegna, dalla Puglia all’Emilia Romagna. Ricordiamo alcune delle principali mobilitazioni locali di quegli anni: Gioia del Colle, in Puglia, così come a Piacenza, contro i cacciabombardieri Tornado; a Isola Capo Rizzuto, in Calabria, contro gli F16 che la Nato vuole dispiegare; in Sardegna, la regione con la più alta presenza delle servitù militari, le mobilitazioni riguardano innanzitutto l’aeroporto militare di Decimomannu, base aerea strategica per le forze aeree di diversi paesi, e l’isola della Maddalena, base dei sommergibili nucleari americani; in Friuli, contro la base di Aviano dove sono stoccate le 50 bombe atomiche B61-4 per i cacciabombardieri, di potenza variabile tra 45 e 107 chilotoni; tra Livorno e Pisa contro la base di Camp Derby, la più grande hub logistica delle forze armate Usa in Europa; a Vicenza contro Camp Ederle, una delle più importanti basi militari in Italia dell’esercito degli Stati Uniti;, in Sicilia, oltre Comiso, anche contro la trasformazione per parco dei Nebrodi in un enorme poligono militare e contro la base militare di Sigonella, utilizzata dagli Stati Uniti e dalla Nato.
Anche le forme della mobilitazione e della protesta vanno ampliandosi: ovviamente i convegni e i momenti di approfondimento, ma poi cortei e presidi, catene umane attorno alle basi, marce per la pace un po’ dovunque. E c’è la rete dei comuni, delle province e delle regioni denuclearizzate, in un intreccio tra pressione dal basso e recepimento delle istanze da parte delle istituzioni locali. La pace entra a pieno titolo nell’agenda politica anche a livello locale. Dopo il disastro nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986, le mobilitazioni contro il nucleare militare e quello civile si saldano ulteriormente coinvolgendo i siti delle centrali (attive o in progettazione) e dando ulteriore forza alla rete diffusa di città e Regioni che deliberavano la denuclearizzazione dei propri territori.
Questo movimento diffuso non si sente isolato, ghettizzato nel proprio territorio, ma parte integrante e decisiva di un movimento più ampio che infatti si fa cassa di risonanza nazionale e internazionale. Valgano ad esempio due eventi realizzati in Calabria in quegli anni che rendono bene l’idea: il 27 marzo del 1987 a Catanzaro, in un grande teatro tenda, si tiene la Convenzione Nazionale per la Pace promossa da una cinquantina di realtà di tutta Italia e con un particolare impegno di Acli e Arci nazionali; l’anno dopo, sulla scia di quella convenzione, Reggio Calabria ospita la conferenza internazionale per denuclearizzazione del Mediterraneo.
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PER UN'EUROPA SENZA MISSILI
Documenti |
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Incontro scambio tra esperienze di esperienza nonviolenta alla militarizzazione del territorio | Centro ligure di documentazione per la pace | Comunicato stampa con le informazioni logistiche per la partecipazione all'incontro | 22-12-1985 | Parole chiave: Difesa nonviolenta |
Niente Tornado né a Piacenza né altrove | aavv | Scheda di approfondimento sui cacciabombardieri Tornado | 30-03-1987 | Parole chiave: Base Nato, Cacciabombardieri |
Un anno da Chernobyl | aavv | Appello per una catena umana dalla centrale nucleare di Caorso all'aereoporto di San Damiano | 26-04-1987 | Parole chiave: Base Nato, Disarmo, Disarmo Nucleare, Manifestazione |
Una mano tira l'altra | Alberto Ferrigolo | Cronaca della catena che ha unito San Damiano a Caorso | 28-04-1987 | Parole chiave: Base Nato, Cacciabombardieri |
Con gli aerei ci sarà più lavoro? | Filippo Veltri | Articolo pubblicato da Repubblica nella sezione La Nato in Italia | 15-06-1988 | Parole chiave: F16, Isola Capo Rizzuto |
Opposizione nonviolenta alla militarizzazione | Comitato del No agli F16, Isola Capo Rizzuto | Fax per la richiesta di finanziamento per le attività del Comitato No F-16 indirizzato a Vittorio Merlini | 07-07-1988 | Parole chiave: F16, Isola Capo Rizzuto |
Ai partecipanti alla manifestazione | Comitato del No agli F16, Isola Capo Rizzuto | Volantino con le informazioni logistiche per la manifestazione contro gli F16 del 4 giugno 1989 | 04-06-1989 | Parole chiave: F16, Isola Capo Rizzuto |
Compagni, cittadini, democratici di Calabria | Comitato del No agli F16, Isola Capo Rizzuto | Appello alla partecipazione alla manifestazione regionale del 4 giugno 1989 | 04-06-1989 | Parole chiave: Base Nato, F16, Isola Capo Rizzuto |
Lettera appello contro gli F16 | Comitato del No agli F16, Isola Capo Rizzuto | Lettera appello del Comitato contro gli F16 di Isola Capo Rizzuto | 07-06-1989 | Parole chiave: F16, Isola Capo Rizzuto |
Finalmente si apre il dibattito sugli F16 | Comitato del No agli F16, Isola Capo Rizzuto | Comunicato stampa del Comitato del No agli F16 di Isola Capo Rizzuto | 20-06-1989 | Parole chiave: F16, Isola Capo Rizzuto |
Foto
Manifestazione nazionale con il dispiegamento dei Tornado

1985. Volantino per la marcia da San Damiano a Piacenza
Manifestazione nazionale contro il dispiegamento dei Tornado

Manifesto di promozione della manifestazione
Digiuno e messe contro i Tornado

Articolo su l'unità con i preparativi alla manifestazione di Piacenza