1993
La guerra in Bosnia Erzegovina diventa sempre più cruenta e l’assedio a Sarajevo continua nella sofferenza della popolazione cittadina. Si susseguono eccidi e stragi della popolazione in fila per il pane, al mercato o quando va a prendere l’acqua. Ogni tentativo di piani di pace (il più importante, il piano Vance Owen) sembra vano.
Cresce ancora il movimento di solidarietà in Italia. A maggio nasce il Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS – Italian Consortium of Solidarity), composto da oltre 120 associazioni nazionali e comitati locali. Alla fine del mese vengono uccisi tre volontari italiani di Brescia a Gorni Vakuf (Bosnia centrale) mentre stavano portando un carico di aiuti a Zavidovici. L’emozione è enorme. Il ministero della Difesa (ministro Andreatta) si attiva per confrontarsi con le organizzazioni di volontariato su come garantire la sicurezza.
Dal confronto emerge con chiarezza che non è solo questione di sicurezza. Nel mese di giugno, a seguito della pressione delle ONG e del gruppo parlamentari per la pace, viene istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un apposito “Tavolo di coordinamento” intorno al quale si riuniscono mensilmente rappresentanti del Governo, delle Regioni, degli Enti locali, e delle associazioni (la maggior parte delle quali aderenti all’ICS), oltre ai deputati del gruppo parlamentari per la pace. Nasce così un’inedita collaborazione, che consente di ottimizzare sia l’individuazione delle priorità negli aiuti che le modalità di trasporto e consegna degli stessi in tutti i territori della ex Jugoslavia in condizioni di sicurezza, rispettando l’autonomia dei soggetti non governativi e la loro scelta degli interlocutori locali cui affidare gli aiuti. Per la prima e forse unica volta nella storia del pacifismo collaborano in questo lavoro militari e gruppi antimilitaristi, femministe e rappresentanti della Chiesa, rappresentanti del governo e di chi quel governo contesta.
Grazie a questa collaborazione, l’ICS con la Cooperazione italiana e la presenza di alcuni parlamentari, riesce a portare un convoglio di aiuti nella parte orientale di Mostar, assediata dalle milizie dell’HVO.
Durante l’estate i Beati i costruttori di pace tentano di organizzare una nuova missione di pace a Sarajevo, che raccoglie la disponibilità di oltre 2mila partecipanti. Ma la missione non ha successo, a causa dei violenti combattimenti che attraversano tutta la Bosnia Erzegovina.
A ottobre viene promossa la marcia Perugia Assisi con lo slogan “Fermiamoli!”. A fine anno, promossa dall’Associazione per la pace viene organizzata la missione “Tre città, una pace”, che tocca le città di Zagabria, Belgrado e Sarajevo. Partecipano circa 300 attivisti pacifisti e vengono organizzati incontri con i centri antiguerra e le associazioni locali, manifestazioni in piazza.
Muore don Tonino Bello.
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NEI LUOGHI DEL CONFLITTO
Documenti |
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Uscire dalla morale verso la politica | Franco Fortini | Franco Fortini al meeting internazionale contro l'embargo in Iraq | 17-01-1993 | Parole chiave: Iraq |
Apertura Verona Forum for Peace | Verona Forum | Comunicato stampa di apertura dei lavori | 02-04-1993 | Parole chiave: Aiuti umanitari |
Un consorzio per coordinare gli aiuti | aavv | Su Arcipelago, la nascita del Consorzio italiano di Solidarietà | 23-05-1993 | Parole chiave: Aiuti umanitari |
Dentro il conflitto | Agostino Zanotti | Venti anni fa, con l'inizio della fine della Jugoslavia, nasce in Italia uno straordinario movimento di solidarietà fatto di convogli umanitari, ospitalità ai profughi e relazioni che continuano ancora oggi. La testimonianza di uno dei protagonisti di quella stagione, segnata dalla strage dei volontari italiani a Gornj Vakuf il 29 maggio 1993 | 30-05-1993 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario |
Ex Jugoslavia una guerra europea | Associazione per la Pace | Seminario nazionale di Assopace sull'impegno del movimento per la pace e la solidarietà. Frattocchie 12,13 giugno 1993 | 12-06-1993 | Parole chiave: Associazione per la Pace, Intervento umanitario |
Summertime for Peace | Giulio Marcon, Raffaella Bolini | Lettera del Consorzio Italiano di Solidarietà, firmata da Giulio Marcon e Raffaella Bolini, indirizzata al ministro della Difesa Fabio Fabbri e ai parlamentari aderenti al patto "Democrazia è partecipazione" | 25-06-1993 | Parole chiave: Intervento umanitario, Consorzio Italiano di Solidariet |
Sarajevo cuore d'Europa | aavv | Volantino di promozione dell'iniziativa di raccolta di aiuti umanitari per Sarajevo | 28-06-1993 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Balcani, Sarajevo |
Adottate la Pace | Roberta Giordano | "Adotta la pace" iniziativa promossa dall'Arci | 28-07-1993 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario |
Cronologia di Mir Sada | aavv | Giorno per giorno, l'esperienza di Mir Sada | 15-08-1993 | Parole chiave: Balcani, Mir Sada, Sarajevo |
Ricordi ed emozioni dalla marcia per la pace MIR SADA | Ugo Paderi | Diario di un pacifista a Mir Sada | 15-08-1993 | Parole chiave: Mir Sada |
Lettera di Stasa | Stasa | Lettera di Stasa sul Movimento donne per la pace e sulle Donne in nero | 02-09-1993 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo, donne, femminismo |
C'è molto da fare: prima e dopo Mir Sada | Tom Benetollo | Riflessione, pubblicata su Azione nonviolenta, dopo l'interruzione della marcia di Mir Sada | 09-09-1993 | Parole chiave: Tom Benetollo |
Ventiquattro chilometri di pace | Franco Arcuti | Racconto della marcia in cui parteciparono oltre 40000 persone per gridare NO alla guerra in Jugoslavia. Articolo pubblicato su l'Unità | 27-09-1993 | Parole chiave: Perugia-Assisi |
Lettera su Moreno | Luigi Ceccato, Pierluigi Ontanetti, Luca Berti, Angelo Cavagno | Lettera in cui si ricostruisce l'uccisione di Moreno Locatelli | 03-10-1993 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Moreno Locatelli, Sarajevo |
Una lettera al cielo per Moreno | Pierluigi Ontanetti | Lettera di Gigi Ontanetti per Moreno Locatelli | 07-10-1993 | Parole chiave: Moreno Locatelli |
Per una lotta la loro nonviolenta contro gli indirizzi della produzione di Aermacchi | V. Caimi, F. Carcano, E. Pagani, R. Romano, A.S. Rossi, M. Tamborini | Dall’introduzione del libro “Nuovo ordine militare internazionale. Strategie. costi, alternative” (edizioni Gruppo Abele, 1993) | 10-10-1993 | Parole chiave: Obiezione di coscienza, Riconversione |
Time for peace: un villaggio per i profughi | Aavv | Resoconto delle attività di Time for peace | 12-10-1993 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Balcani, Sarajevo |
Disarmiamo l inverno | Ics | Raccolta straordinaria di aiuti per la Bosnia-Erzegovina promossa dal Consorzio Italiano di Solidarietà | 20-12-1993 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo |
Foto
Sergio Lana Guido Puletti e Fabio Moreni

Il 29 maggio 1993 un convoglio di aiuti umanitari partì da Brescia diretto a Zavidovići in Bosnia centrale, venne assalito da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Dei cinque volontari che formavano il convoglio - Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, Agostino Zanotti e Christian Penocchio - tre vennero uccisi e due si salvarono scappando nei boschi. Il responsabile fu condannato, prima in Bosnia e poi in Italia.
Mir Sada - Ancona (1/11)

Sono oltre duemila i pacifisti italiani e provenienti da paesi europei ed extraeuropei, che aderiscono a Mir Sada. I primi 1200 pacifisti si ritrovano il 1° agosto in un grande hangar nei pressi del porto di Ancona. In attesa dell'imbarco per Spalato, avvengono incontri tra i cosiddetti "gruppi di affinità" e riunioni in assemblea plenaria. Altri gruppi arriveranno nei tre giorni successivi direttamente al campo base di Spalato. Foto di Mario Boccia 1/11
Mir Sada - Ricordi (2/11)

Otto di sera, il traghetto è pronto a partire. Sulla battagliola viene appeso uno striscione in ricordo di attivisti del movimento pacifista, morti nella primavera di quell'anno. Il 20 aprile muore per malattia Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e ideatore della marcia del 500 del dicembre 1992. Il 29 maggio vengono uccisi, in un agguato in Bosnia Erzegovina, tre volontari bresciani: Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Partenza (3/11)

Mentre la nave salpa, i monaci buddisti che partecipano all'iniziativa battono sui loro strumenti a percussione il tam-tam. Per salutare coloro che sono rimasti sul molo e per portare buon auspicio al viaggio. Un ritmico suono che accompagna la nave fino in mare aperto e che ricomincia la mattina successiva, in vista del porto di Spalato. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Bizzotto (4/11)

I due portavoce delle organizzazioni promotrici, ascoltano i partecipanti al dibattito. Sono, in primo piano nella foto, Don Albino Bizzotto, presidente dei "Beati Costruttori di Pace" con sede a Padova e Alain Michelle, presidente dell'associazione umanitaria francesce "Equilibre" (sulla sinistra e dietro a Don Albino Bizzotto) responsabile della logistica e dell'assistenza medica durante Mir Sada. Foto di Mario Boccia
Mir Sada Locatelli (5/11)

L'accampamento di Spalato è costellato di cartelloni informativi appesi agli alberi, tradotti in diverse lingue. Il ragazzo con i capelli lunghi neri, raccolti in una coda, è Gabriele Moreno Locatelli. Moreno è uno dei volontari dei Beati Costruttori di Pace che resterà a Sarajevo nei mesi successivi. Verrà ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993 sul ponte Vrbanja, durante un'iniziativa organizzata dagli stessi Beati. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Sorriso (6/11)

L'attesa nei pressi di Prozor vede una grande solidarietà tra i partecipanti, appartenenti a realtà della società civile e del movimento pacifista, molto diverse tra loro. A sinistra nella foto Raffaella Bolini, di Arci e rappresentante del neonato "ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà", oggi responsabile di Arci internazionale. Accanto, Carmen Bertolazzi, presidente di "Arcisolidarietà Ora d'Aria". Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Riparo (7/11)

Il padre francescano Alain Richard è francese ma per partecipare a Mir Sada è partito dagli USA dove abita. E' uno dei più importanti portavoce del movimento per la pace mondiale. Negli anni duemila torna a vivere in Francia e lancia un nuovo modo di manifestare pacificamente: i "cercle de silence" che prevedono la raccolta, ogni mese in giorno e ora stabilita, di manifestanti in cerchio e in silenzio in una piazza pubblica. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Appello (8/11)

Il 7 agosto, durante un contatto radio con l'Unità di crisi della Farnesina, i pacifisti rimasti a Ramsko vengono informati del peggioramento della situazione. Proseguire per Sarajevo significa rischiare la prigionia o il martirio. In assemblea generale viene deciso di non proseguire verso la capitale bosniaca, ma di scrivere un appello da consegnare alla vicina base delle forze di pace Onu (Unprofor). Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Mostar (9/11)

Dal lago di Ramsko un gruppo di 58 decide di proseguire verso Sarajevo, tutti gli altri tornano a Spalato. Da lì, riunitisi con i pacifisti rimasti alla base spalatina, si avviano contrattazioni con le parti croata e musulmana per permettere a Mir Sada l'ingresso a Mostar. Una città divisa in due, est e ovest, dal conflitto. L'intento dei pacifisti è spingerli a una tregua e portare ad entrambe le parti gli aiuti umanitari trasportati dall'Italia. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Discorso (10/11)

Mentre i pacifisti sono nella piazza della cattedrale, non viene rispettato nemmeno il cessate il fuoco. Durante il discorso tenuto sulle gradinate, l'artiglieria croato-bosniaca continua a bombardare verso est la parte musulmana. Nella foto, Dino Frisullo con il microfono in mano. Alla sua destra Tom Benetollo, allora presidente di ArciNova e poi presidente Arci dal 1995 fino alla sua morte precoce nel 2004. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Comunicazione (11/11)

Ancona, foto di gruppo davanti al furgone che ha funzionato da ufficio stampa e da stazione radio durante tutta l'iniziativa Mir Sada. Nella fila di persone in piedi, secondo da sinistra in giacca e con gli occhiali c'è Giorgio Bonelli, che ha ricoperto il ruolo di responsabile dell'ufficio stampa. Davanti, secondo da sinistra, c'è invece il giornalista fotoreporter Mario Boccia (autore delle foto di questa galleria). Foto di Mario Boccia
Video
Don Tonino Bello
Documentario su Don Tonino Bello
Dalla parte del torto
Un documentario di Andrea Mainardi dedicato alle attività del Consorzio italiano di solidarietà - ICS.
Mir Sada Pace Ora
Documentario da Mir Sada. Edizione Beati Costruttori di Pace
3 ottobre 1993 Moreno Locatelli
Gabriele Moreno Locatelli veniva colpito a morte da una raffica sul ponte Vrbanja di Sarajevo, la prima linea tra gli assedianti e gli assediati.
Podcast
Nessun movente Cronaca di un eccidio
Trailer "Nessun movente cronaca di un eccidio". Siamo nel cuore del conflitto che sta distruggendo la ex-Jugoslavia. Un convoglio costituito da cinque volontari italiani sta trasportando aiuti umanitari per la popolazione: i loro nomi sono Sergio Lana, Fabio Moreni, Guido Puletti, Christian Penocchio, Agostino Zanotti. Improvvisamente il convoglio viene fermato da un gruppo armato
Il mare è testardo. Il bene di piu
Episodio speciale del Podcast Nessun Movente- Cronaca di un eccidio
L eccidio dei tre volontari italiani in Bosnia
Audio della conferenza stampa
Ex Jugoslavia una guerra europea
Convegno organizzato dall'Associazione per la pace sugli strumenti per prevenire e fermare la guerra, il ruolo dell'ONU l'impegno del movimento per la pace e la solidarietà