La crisi finanziaria del 2008 e l’emergere del terrorismo internazionale segnano nuove sfide per il movimento pacifista italiano.

La percezione della guerra nell’opinione pubblica è cambiata, con un calo dell’attenzione verso il pacifismo e un crescente focus su altre emergenze, come la crisi migratoria e il riscaldamento globale. La difficoltà di una lettura unitaria dei cambiamenti nelle relazioni internazionali ha ulteriormente indebolito la coesione del movimento pacifista, lasciandolo disorientato e diviso. In questi anni, l’attenzione si è spostata su educazione alla pace e disarmo, mentre le grandi mobilitazioni come la marcia Perugia-Assisi hanno visto un calo progressivo di partecipazione. Nonostante le difficoltà, il movimento ha continuato carsicamente promuovendo campagne come quelle contro gli F-35 e la armi nucleari.

Il crollo delle banche gemelle Bear Stearns e Lehman Brothers non ha fatto lo stesso boato del crollo delle torri gemelle, ma il suo impatto sulle dinamiche globali e sul movimento pacifista non sono state forse minori.

Nel 2008, il movimento pacifista italiano aveva appena raggiunto un importante obiettivo, nel dicembre 2006, il governo Prodi aveva ritirato le truppe italiane dall’Iraq, completando quanto già annunciato da Berlusconi. Il movimento aveva anche appoggiato la partecipazione italiana alla missione di interposizione UNIFIL in Libano, che aveva posto fine all’invasione israeliana e la diplomazia italiana, sostenuta da forti pressioni pacifiste, aveva svolto un ruolo di positivo per il cessate il fuoco.

La protesta contro la guerra era forte dal 2003, con la grande manifestazione contro l’invasione dell’Iraq, ma la dichiarazione della “guerra al terrorismo” aveva iniziato a disorientare le opinioni pubbliche. Dal Medio Oriente al Sahel, passando per Yemen, Nigeria e Somalia, i conflitti si moltiplicavano e la “guerra al terrorismo” stava cambiando la percezione pubblica. Gli attentati a Madrid e Londra (2004-2005) e quelli successivi a Parigi e Bruxelles (2014-15) contribuirono ad alimentare una paura irrazionale dell’altro, connessa alla gestione dell’immigrazione.

La crisi finanziaria mondiale del 2008, con il crollo dell’economia e la conseguente perdita di occupazione, spostò l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche verso altre priorità. A metà decennio, il movimento per la pace era ancora in grado di mobilitare grandi masse, ma il suo slancio si stava indebolendo e, verso la fine del decennio, si ritrovò isolato. L’agenda politica si concentrava altrove, con la crisi migratoria e il riscaldamento globale al centro dell’attenzione degli attivisti, mentre il movimento per la pace, privo di un sostegno di massa e diviso al suo interno, faticava a trovare connessioni con i nuovi movimenti.

Nel 2011, di fronte alle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa, dal Maghreb fino allo Yemen, passando per la Palestina, una buona parte del movimento pacifista rimase spettatrice. Anche quando l’Italia, sotto la pressione del presidente Napolitano, prese parte ai bombardamenti in Libia, ci furono appelli e piccole manifestazioni, ma il movimento non riuscì a mobilitare il pubblico in modo significativo.

Stessa situazione per la rivoluzione siriana: il pacifismo rimase in sostanziale silenzio, disorientato dalla complessità del nuovo scenario internazionale. La Russia, nuovo attore contribuiva alla brutale repressione della ribellione giovanile siriana, mentre bande jihadiste armate dagli USA supportavano i ribelli. La manifestazione di solidarietà con la ribellione siriana vide una scarsa partecipazione. La società civile globale fece uno sforzo serio per sostenere i propri fratelli e sorelle in rivolta organizzando ben due partecipati Forum Sociali Mondiali a Tunisi, nel 2013 e nel 2015, ma, nonostante ciò, non riuscì a costruire una vera alleanza dei movimenti euromediterranei e finita la fase eroica della rivolta, anche in Italia ci si voltò altrove.

Le iniziative di solidarietà con le popolazioni palestinesi, nonostante la continua espansione del regime di dell’apartheid e della colonizzazione della Cisgiordania, ebbe una forte contrazione non tanto nel numero di iniziative quanto nella partecipazione. In occasione dei ricorrenti bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza, come “Pilastro di difesa” (2012) e “Margine protettivo” (2014) – con centinaia di attacchi e migliaia di morti, furono convocate numerose e manifestazioni o sit-in locali o nazionali, ma con una partecipazione sempre più scarsa. A volte ridotta a poche decine di persone. 

I continui bombardamenti turchi sul Kurdistan siriano e iracheno non trovano spazio sui mezzi di informazione. In parziale controtendenza si registra, a partire dall’assedio di Kobane (2014) da parte dell’Isis,  la crescita della solidarietà con l’esperienza del confederalismo democratico del Rojava e con la sua impostazione ecologista, antipatriarcale e antinazionalista.  Autori molto seguiti, come il disegnatore Zerocalcare e lo stesso mondo dei centri sociali si mobilitano, anche con manifestazioni importanti come quelle del Global Day 4 Kobane del 1° novembre 2014  e con delegazioni nei luoghi del conflitto, a sostegno dell’autonomia dei kurdi in Siria. 

I fatti di piazza Maidan del 2014 e in Donbass in Ucraina divisero ulteriormente: da alcuni interpretati come un colpo di stato, da altri come una ribellione popolare. Anche il sorgere dei nazionalismi armati ucraino e russo contribuì a questo disorientamento.

Nel 2016, una piccola protesta sotto il Colosseo denunciò il tentativo di genocidio contro curdi e Yazidi da parte dell’ISIS, con il paradosso di sperare, pur senza dirlo, in un intervento aereo degli Stati Uniti che impedisse il massacro.

Le categorie del passato non erano più applicabili: il movimento era frammentato e incerto.

Negli anni successivi, pur continuando la mobilitazione, il movimento pacifista faticò a interpretare le nuove relazioni internazionali, ritirandosi dall’attualità politica per concentrarsi sui principi fondamentali. Questo portò a rotture e riorganizzazioni nelle principali reti.

La marcia da Perugia ad Assisi rimase l’unica grande mobilitazione pacifista unitaria, organizzata ogni due anni dal 2010 al 2020.

Dopo la grande edizione del 2011 con 200.000 persone, non raggiunse più quel livello di partecipazione. Gli organizzatori progressivamente si sono concentrati sul coinvolgimento di ragazzi e ragazze, e su percorsi di pace nelle scuole che preparano la Marcia. Nel 2014, molte organizzazioni che facevano prima parte della Tavola della Pace, fondata nel 1996, diedero vita alla Rete della Pace, che nel 2020 si è fusa con la Rete per il Disarmo per creare l’attuale Rete Italiana Pace e Disarmo (RIPD), cui aderiscono centinaia di piccole e grandi associazioni.

Tuttavia, il movimento ha visto allontanarsi gruppi come Peacelink e padre Zanotelli, critici di un’impostazione ritenuta troppo moderata. Si formarono nuove realtà, come i Disarmisti Esigenti e i contatti tra la Rete RIPD alle aree più vicine all’antimperialismo tradizionale, come la Rete No War, si interruppero quasi del tutto, mentre queste rilanciavano l’opposizione alla NATO con una petizione che raggiunge le 50.000 firme.

Lo stesso anno, l’evento “Arena di Pace” tentò di rilanciare il movimento, soprattutto grazie all’impulso dei movimenti di origine cattolica, puntando su nonviolenza e disarmo. Nel 2016 si tiene il convegno sulla Neutralità Attiva, concetto che verrà fatto proprio dalla Rete Pace e Disarmo.

Nonostante le divisioni, permane un ampio numero di coordinamenti locali unitari, lontani eredi dei comitati per la pace degli anni ’80, che superano gli steccati nazionali per sviluppare una attività unitaria permanente di presenza nelle piazze. Una presenza di piccoli gruppi, alle volte di poche unità, spesso soprattutto di donne, ma sistematica in decine o centinaia di città che ha permesso di dare una continuità ad un movimento che rischiava di scomparire.

Va ricordata tra queste l’attività delle Donne in Nero che, pur vedendo ridursi il numero di città in cui erano attive, alla fine del decennio segnalavano ancora la presenza di presidi settimanali in 14 città, prevalentemente del nord Italia.  È continuato anche il lavoro di analisi ed elaborazione da parte del movimento femminista in particolare sul nesso tra guerra e modelli maschili di aggressività, o la ritematizzazione della colonialità come elemento delle relazioni internazionali, ma anche della vita quotidiana e del nesso tra colonialismo/razzismo/sessismo. La critica alla guerra è stata incorporata nelle mobilitazioni femministe, come ad esempio, la prima grande mobilitazione in Italia di Non Una di Meno del 8 marzo 2016 o nella oceanica manifestazione contro il femminicidio del 24 novembre 2018. Nel 2000 viene approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu la risoluzione 1325 “Donne, Pace Sicurezza” che offre una nuova occasione di attivismo.

Le organizzazioni storiche si sono adattate a un’epoca in cui la guerra è onnipresente ma lontana dalla vita quotidiana. Senza una risposta politica unitaria, il movimento si è concentrato su educazione alla pace, disarmo e nonviolenza. Dei tre filoni del pacifismo individuati da Bobbio (strumentale, etico e politico), sopravvivono soltanto i primi due.

La lotta per il disarmo si è rafforzata come espressione della lotta per la pace. Nel 2009, la campagna contro gli F-35, lanciata dalla Rete per il Disarmo e Sbilanciamoci, ha visto l’adesione di molte forze pacifiste. Le campagne di disarmo hanno poi guadagnato forza a livello internazionale, portando, nel 2021, al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari e al Nobel per la pace alla coalizione ICAN. Numerose anche le manifestazioni contro le basi Nato e Usa in Italia, in particolare a Vicenza, ma anche a Niscemi contro il Muos, in Sardegna contro i poligoni, ad Aviano e Ghedi, sedi delle atomiche.

Il mondo cattolico, rafforzato anche dalla figura di papa Francesco, alimenta l’attivismo locale e promuove l’adesione dell’Italia al trattato, mobilitando anche organizzazioni tradizionalmente non attive nel pacifismo. 

L’attività di educazione alla pace si è diffusa attraverso seminari, convegni e progetti nelle scuole, mentre centri di ricerca come Archivio Disarmo e Osservatorio Balcani si sono consolidati.

Altri gruppi, come Un Ponte Per e le ONG riunite in AOI, hanno continuato a operare in ambito internazionale, realizzando progetti di aiuto e sviluppo, mantenendo legami con le aree colpite dalla guerra. 

Nell’età dell’incertezza il movimento per la pace si è fatto carsico: continua a scorrere sotto la superficie dell’agenda politica, concentrandosi sui valori fondamentali ma incontrando difficoltà a riemergere come movimento di massa.

Poi, improvvisamente, i conflitti in Ucraina e Palestina riaccendono l’attenzione, ma le divisioni interne e l’isolamento pesano.

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Congelare gli aiuti militari ad Algeria Egitto e Tunisia | Rete Italiana per il Disarmo, Tavola della Pace | Testo dell appello | 30-11--0001 | Parole chiave: Disarmo, Intervento umanitario, Libia, Siria, Egitto, Algeria, Tunisia
Stop F35 parte la campagna contro i cacciabombardieri | Sbilanciamoci! | Conferenza stampa di presentazione della campagna promossa dalla Rete Italiana per il Disarmo e dalla campagna Sbilanciamoci! per lo stop della partecipazione italiana alla produzione di 131 cacciabombardieri F-35 | 19-05-2009 | Parole chiave: F35, Spese militari
Stop F35 parte la campagna contro i cacciabombardieri | Campagna Sbilanciamoci!, Rete italiana per il disarmo | Comunicato stampa a chiusura della conferenza stampa di presentazione della campagna promossa dalla Rete Italiana per il Disarmo e dalla campagna Sbilanciamoci! per lo stop della partecipazione italiana alla produzione di 131 cacciabombardieri F-35 | 19-09-2009 | Parole chiave: Spese militari, f35, Sbilanciamoci!
Tutto quello che dovreste sapere sui cacciambombardieri F35 e il governo non vi dice | Campagna Taglia le ali alle armi | Rapporto di ricerca di Sbilanciamoci!, Tavola della pace e Rete italiana disarmo | 12-12-2009 | Parole chiave: Sbilanciamoci!, Spese militari, f35
Pace senza stampelle | Simona De Santis | Giornata mondiale contro le mine flash mob a Roma per ricordare le vittime. Articolo su Il corriere della sera | 03-04-2010 | Parole chiave: Mine
Giornata contro le mine EveryOne chiede controlli sulle aziende italiane | Giorgio Beretta | Articolo pubblicato da Unimondo | 06-04-2010 | Parole chiave: Mine
Perugia-Assisi 2010 | Tavola della Pace | Appello della Marcia per la pace Perugia-Assisi, 16 maggio 2010 | 16-05-2010 | Parole chiave: Perugia-Assisi
Taglia le ali alle armi | Sbilanciamoci, Rete italiana disarmo, Tavola della pace | Cronologia della Campagna | 12-10-2010 | Parole chiave: Spese militari, f35
Congelare gli aiuti umanitari ad Algeria Egitto e Tunisia | Rete Italiana per il Disarmo e Tavola della Pace | Appello, a fronte del susseguirsi di situazioni di tensione, rivolto al ministro degli Esteri Frattini | 02-02-2011 | Parole chiave: Antimilitarismo, Primavere arabe, Spese militari
Appello Libia | Alex Zanotelli | Tra le altre richieste: accoglienza per tutti quelli che fuggono da questa guerra, pressione sul nostro governo affinché sospenda il trattato di amicizia italo-libica | 24-02-2011 | Parole chiave: Libia
Libia da verde a rossa con il sangue dei suoi figli massacrati | Alex Zanotelli | Testo dell'appello | 24-02-2011 | Parole chiave: Libia, alex zanotelli
Le armi italiane potrebbero fare strage in Libia | Rete Italiana per il Disarmo e Tavola della Pace | Rete Disarmo e Tavola della Pace chiedono il blocco immediato della vendita di armi e ogni altra forma di collaborazione militare con la Libia | 25-02-2011 | Parole chiave: Siria, Spese militari, antimilitarismo
Venti di guerra in Nord Africa | Campagna italiana per il Sudan | Articolo su Mosaico di Pace | 25-02-2011 | Parole chiave: Sudan
Tempo di guerra | Rosa Siciliano | Il pacifismo e l’intervento armato nelle aree di guerra. Raccolta di voci, tra cui: Mao Valpiana, Lisa Clark e Francesco Martone | 03-03-2011 | Parole chiave: Libia, Primavere arabe
La prima fondamentale direttrice d'azione del Movimento Nonviolento e l'opposizione integrale alla guerra | Movimento nonviolento | Sul perché il Movimento nonviolento ha condannato l'intervento, non ha firmato appelli, cercando di capire e lavorando per fare della Marcia Perugia-Assisi un'occasione di crescita nonviolenta per tutto il movimento pacifista | 21-03-2011 | Parole chiave: Perugia-Assisi, Primavere arabe
Guerra giusta in Libia | Jesus Colina | Rappresentanti cattolici si uniscono per far tacere le armi. Articolo su Mosaico di pace | 28-03-2011 | Parole chiave: Libia, Primavere arabe
L'Italia ripudia la guerra. Anche quella in Libia | Monsignor Bertazzi | Eco all’appello del Consiglio Nazionale di Pax Christi per sollecitare tutti a «ripudiare la guerra» | 17-05-2011 | Parole chiave: Libia, Primavere arabe
Perugia-Assisi 2011 per la fratellanza dei popoli | Tavola della Pace | Appello di invito alla partecipazione | 25-09-2011 | Parole chiave: Perugia-Assisi
Ogni vittima ha il volto di Abele | PeaceLink - Centro di Ricerca per la Pace e i Diritti Umani di Viterbo - Movimento Nonviolento | Per lo svolgimento di commemorazioni nonviolente nella giornata del 4 novembre | 04-11-2011 | Parole chiave: Difesa nonviolenta, Disarmo, nonviolenza
Per una pace giusta in Siria | Marie Dennis | Resoconto di un’importante consultazione ecumenica e di incontro di donne siriane. Traduzione di Cristiana Calabrese | 07-07-2012 | Parole chiave: Donne, Siria
Siamo il 99% fermiamo la guerra in Siria | Assemblea sulla Siria al Social Forum Europeo di Firenze | Appello dall'Assemblea sulla Siria tenutasi al Forum Sociale Europeo 2012 : "Il conflitto siriano e le sue sfide ai movimenti per la pace: promuovere il cessate il fuoco e una pace giusta; sostenere la riconciliazione". | 12-12-2012 | Parole chiave: Iraq, Manifestazione, Siria, Social Forum Europeo Firenze
Ci trascinano in guerra | Rete No War | Comunicato della Rete No War | 12-12-2012 | Parole chiave: Primavere arabe, Siria
Un'altra difesa e possibile | aavv | Cronologia della Campagna | 15-12-2012 | Parole chiave: Difesa nonviolenta
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A tunisi per la dignita | Tonio dell Olio | Articolo su Mosaico di Pace sul Social Forum di Tunisi | 28-03-2013 | Parole chiave: Forum Sociale Tunisi, Social Forum
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Social Forum di Tunisi: un bilancio positivo | Vittorio Agnoletto | Articolo di Vittorio Agnoletto di ritorno dal Forum Sociale Mondiale di Tunisi pubblicato su il Manifesto | 02-04-2013 | Parole chiave: Forum Sociale Mondiale, Forum Sociale Tunisi
Stop Killer Robots | Stop Killer Robots | Scheda informativa sulla Campagna | 04-04-2013 | Parole chiave: Disarmo
La quarta chance Note sulla transizione tunisina | Annamaria Rivera | Da “Inchiesta” 180, aprile giugno 2013 la prima parte del Dossier curato da Alessandra Mecozzi sul Forum sociale mondiale di Tunisi 2013 | 13-06-2013 | Parole chiave: Forum Sociale Mondiale, Forum Sociale Tunisi, Primavere arabe
Si annuncia una primavera pacifista...finalmente | Patrick Boylan | Cronaca dall'assemblea cittadina a Roma lancia iniziative contro il bombardamento della Siria | 07-09-2013 | Parole chiave: Primavere arabe, Siria
COntrolliamo il Tour Cavour | Rete per il disarmo | Lettera di appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla Campagna Navale “Sistema Paese in Movimento” | 13-11-2013 | Parole chiave: Spese militari
Armi Controlliamo il Tour Cavour | Rete italiana per il disarmo | Oltre cento realtà di società civile a Napolitano: tour commerciale del Gruppo Navale Cavour problematico e da fermare | 02-12-2013 | Parole chiave: Spese militari
Ci sono ancora speranze in Ucraina | Patrick Boylan | Editoriale su Peacelink | 29-08-2014 | Parole chiave: Ucraina, Donbass
No ad una seconda guerra in Libia | Alex Zanotelli e Angelo Del Boca | Appello per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e per il movimento per la pace | 08-02-2015 | Parole chiave: Libia
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Siamo di nuovo sul piede di guerra | Alex Zanotelli | Riflessione di p. Alex Zanotelli, missionario comboniano, sulle responsabilità NATO nell'attuale situazione mondiale e sui grossi rischi di guerre ulteriori; appello a mobilitarsi contro l'esercitazione Trident Juncture 2015. | 25-09-2015 | Parole chiave: Antimilitarismo
Il 16 gennaio le piazze gridino No alla guerra | Patrick Boylan | Editoriale su Peace Link | 07-01-2016 | Parole chiave: Manifestazione
Regeni i servizi egiziani e Hacking Team | Andrea Palladino e Andrea Tornago | Articolo su Il Fatto Quotidiano | 09-02-2016 | Parole chiave: Diritti umani, Egitto, Giulio Regeni
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Italia ripensaci | Italia ripensaci | Manifesto della Campagna Italia ripensaci! per la firma o la ratifica del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari | 06-06-2016 | Parole chiave: ICAN, disarmo nucleare
Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta | aavv | Proposta di legge di iniziativa popolare | 07-06-2016 | Parole chiave: Difesa nonviolenta
Lista Comitato No Nato No alla guerra in Libia | Comitato No Nato | Appello per dire al governo Renzi: L’Italia si dissoci dai bombardamenti, NO all’uso delle basi italiane e dello spazio aereo italiano. | 06-08-2016 | Parole chiave: Antimilitarismo, Libia, Nato
A Trento per gli Stati generali della difesa nonviolenta | Un altra difesa e possibile | Due giorni promossi dalla Campagna “Un’altra Difesa è possibile”, dal Forum Trentino per la pace e i diritti umani e dal Comitato delle associazioni per la Pace e i diritti umani di Rovereto | 04-11-2016 | Parole chiave: Difesa nonviolenta
Ucraina lavoriamo per avvicinare i popoli | Olivier Turquet | Intervista, pubblicata da Pressenza, a Marco Colombo di Olivier Turquet | 10-07-2017 | Parole chiave: Ucraina
Nuovi percorsi e prospettive per il disarmo nucleare dopo l adozione a New York del Trattato Internazionale di interdizione delle armi nucleari | Disarmisti esigenti | | 11-07-2017 | Parole chiave: Antimilitarismo, Disarmo, Disarmo Nucleare
Il Trattato di messa al bando delle armi nucleari | Ican | Traduzione italiana a cura di Controllarmi e SenzaAtomica | 09-11-2017 | Parole chiave: Disarmo Nucleare
Un'altra difesa e possibile. Difendiamoci si ma da chi e come | Pietro Reitano | L’appello della campagna “Un’altra difesa è possibile” a sostegno della legge di iniziativa popolare che prevede anche un “Dipartimento della difesa civile, non armata e nonviolenta” | 15-12-2017 | Parole chiave: Difesa nonviolenta
2018 non festa ma lutto | Movimento nonviolento | Comunicato stampa per il centenario dell'iniziativa 4 novembre, non festa ma lutto! | 04-11-2018 | Parole chiave: Difesa nonviolenta
Furono i fabbricanti di armi tra i promotori della 1a Guerra Mondiale | Opal | Articolo dell'Opal per il centenario dell'iniziativa 4 novembre: non festa ma lutto! | 04-11-2018 | Parole chiave: Difesa nonviolenta
Spegniamo la guerra accendiamo la pace | appello unitario | Appello unitario e lista dei primi firmatari | 25-01-2020 | Parole chiave: Manifestazione
Perugia-Assisi. L'11 ottobre da Marcia a Catena Umana per la Pace | Luciano Scalettari | Articolo di Luciano Scalettari per Famiglia Cristiana | 20-09-2020 | Parole chiave: Perugia-Assisi
L'unione fa la forza nasce la Rete italiana pace e disarmo | Rete italiana pace e disarmo | Comunicato stampa della Rete italiana pace e disarmo | 21-09-2020 | Parole chiave: Rete italiana pace e disarmo
La forza preziosa della societa civile | Rete Pace Disarmo | La storia della Campagna ICAN, dai primi passi alla ratifica del Trattato TPNW. Dal sito Rete Pace e Disarmo | 10-10-2020 | Parole chiave: Disarmo Nucleare, ICAN

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