Nel XX secolo, il movimento pacifista si scontra con il nazionalismo, che durante la Prima guerra mondiale umilia ogni idea pacifista. Con l’emergere dei movimenti popolari di massa, come operai e contadini, nasce una nuova corrente antimilitarista, disarmista e internazionalista. La conferenza dell’Aia nel 1907 introduce il concetto di stato neutrale, che ispira i socialisti italiani nel tentativo di opporsi alla dichiarazione di guerra all’Austria del 1915.
Il movimento per la neutralità, sostenuto da socialisti e cattolici progressisti, organizza mobilitazioni e scioperi contro la guerra, che vengono soffocati dalla propaganda bellicista. Nei primi anni del ‘900, si sviluppa un significativo attivismo femminile contro la guerra, intrecciato con la lotta per il suffragio universale. Nel 1915, all’Aia, si tiene la Conferenza dell’Internazionale Femminile per la Pace, con 1200 delegate da 12 paesi, che darà vita alla WILPF e promuoverà la Marcia delle Donne contro la guerra.
A cavallo tra il XIX e il XX secolo, con l’emergere del movimento operaio, nasce la corrente antimilitarista e internazionalista del pacifismo.
Già nel 1868, l’Internazionale dei Lavoratori, che pure non aveva partecipato al congresso per la pace di Parigi l’anno precedente, propose una nuova analisi delle cause delle guerre nella concorrenza dovuta alla continua espansione dei sistemi capitalistici, definisce la guerra una sciagura per i lavoratori e impegna i delegati a perseguire «l’abolizione definitiva di ogni guerra».
Al congresso della Seconda Internazionale di Stoccarda nel 1907, con i tamburi che cominciano a rullare in tutta Europa, 900 delegati da tutto il mondo, discussero il tema della pace per cinque giorni. La mozione finale stigmatizza i “pregiudizi nazionali sistematicamente coltivati negli interessi delle classi dirigenti” chiama al disarmo e approvava l’arbitrato come mezzo di prevenzione delle guerre e impegnava i deputati a votare contro i crediti di guerra. Obiettivi ribaditi nel congresso di Basilea del 1912.
I deputati socialisti presero parte alla Unione Interparlamentare per la Pace, le mobilitazioni e le campagne contro il militarismo e le spese militari si intensificarono in tutta Europa, e furono messe al centro delle manifestazioni del Primo Maggio. Ma questo non evitò che i socialdemocratici tedeschi, con l’opposizione di Rosa Luxemburg, e altri partiti, come i francesi e gli inglesi, votassero i crediti di guerra rompendo con l’internazionalismo.
Fa eccezione il partito socialista italiano che nel 1914/1915 sceglie la neutralità, poi attenuata dalla linea del “né aderire né sabotare”. In Italia la contrarietà alla guerra coinvolge personalità di spicco come Matteotti, Turati, De Gasperi, Sturzo e settori popolari della Chiesa cattolica. Il sindacato, gli anarchici e i socialisti sono in prima fila. Nel 1914 alla repressione di una manifestazione ad Ancona contro l’entrata in guerra segue una settimana di scioperi e manifestazioni in tutta Italia represse con decine di morti e feriti. Seguirono una serie di scioperi generali nel 1915 e poi anche nel 1917, a guerra in corso.
I socialisti europei rimasti contrari alla guerra si trovano a Brema nel 1915. La risoluzione condannava la guerra come un conflitto imperialista e contrario agli interessi della classe lavoratrice e promuoveva l’idea di una pace immediata e senza annessioni. Ma ormai i buoi erano scappati dalla stalla, la guerra era in pieno svolgimento e il movimento pacifista smembrato.
Non si può parlare di un vero movimento pacifista tra le due guerre. Due episodi vale la pena di citare: Il primo fu la fondazione nel 1934 dell’Unione per la Garanzia della Pace, una organizzazione basata sulle chiese non conformiste, che chiedeva di sottoscrivere una dichiarazione che diceva: “noi rinunciamo alla guerra e mai più, né direttamente, né indirettamente, ne sosterremo e ne approveremo un’altra”, Le adesioni superarono rapidamente le 200.000, “.
L’altro è quello come il “Sondaggio della pace” organizzato dalla Società delle Nazioni. Mezzo milione di volontari partecipò al sondaggio raccogliendo quasi undici milioni di risposte. La maggioranza schiacciante delle risposte dichiarò l’appoggio alla Società delle Nazioni, il disarmo controllato, la riduzione delle spese militari e della produzione di aerei militari. Sette milioni di persone sostenevano sanzioni economiche invece che militari ai paesi aggressori.
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LE ORIGINI
Documenti |
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Convenzione per la risoluzione pacifica dei conflitti internazionali | aavv | Prima delle tredici convenzioni di cui si componeva il Trattato | 18-10-1907 | Parole chiave: Pacifismo, Relazioni Internazionali |
Contro le Compagnie di disciplina e contro il militarismo | aavv | "Volontà", pubblicazione anarchica di Ancona del 6 giugno 1914 che indice la manifestazione antimilitarista del 7 giugno | 06-06-1914 | Parole chiave: Antimilitarismo |
Settimana Rossa per la manifestazione del 7 giugno 1914 | Unione anarchica umbro marchigiana | volantino dell'Unione anarchica umbro-marchigiana che indice le manifestazioni del 7 giugno 1914 | 07-06-1914 | Parole chiave: Antimilitarismo |