Domenico Gallo: L’avvenire è ormai quasi passato

Per i giovani che negli anni 70 del secolo scorso si interrogavano sul loro futuro, l’enigma fondamentale rimaneva la divisione del mondo in due blocchi politico-militari contrapposti sullo sfondo di un sentimento cupo di ansia per la minaccia di mutua distruzione nucleare. Della divisione del mondo in due blocchi percepivamo la durezza che si esprimeva all’est nel ferreo controllo dell’Unione sovietica sui paesi al di là della cortina di ferro e all’ovest soprattutto con le tribolate vicende di dittature e colpi di Stato in America Latina. 

Avevo 16 anni quando il 20 agosto del 1968 i carri armati sovietici invasero la Cecoslovacchia, ponendo fine ad un esperimento democratico che tante speranze aveva suscitato nell’opinione pubblica europea. Il golpe in Cile, l’11 settembre del 1973, suscitò un’emozione profonda. Fu spontaneo il riflesso di solidarietà verso i profughi cileni con i quali ci sentivamo affratellati anche perchè in Italia non si era spento il tintinnio di sciabole e la vicenda cilena evocava il perdurante rischio di golpe che incombeva sul nostro Paese. Il successivo golpe in Argentina nel 1976 contribuì a rendere pesante l’aria che respiravamo anche se l’abisso di orrore dei 30.000 desaparesidos emergerà solo in seguito.

Nell’epoca della prima guerra fredda, la lotta per la pace si muoveva soprattutto sul fronte del rifiuto delle armi nucleari. L’atteggiamento negativo dell’opinione pubblica mondiale costrinse le potenze nucleari a mettere al bando gli esperimenti con armi nucleari nell’atmosfera (Trattato firmato a Mosca il 5 agosto1963) e a stipulare il Trattato di non proliferazione (firmato a New York il 1° luglio 1968). Durante la guerra fredda c’era chi soffiava sul fuoco ma – a differenza di quanto accade ora – le forze politiche tutte ed i media “tifavano” per la distensione e si inquietavano quando si verificava un irrigidimento del confronto fra i due blocchi militari. Superata la crisi dei missili di Cuba, fu avviato un processo di distensione culminato nell’Atto finale della Conferenza di Helsinki (1 agosto 1975). Purtroppo agli inizi degli anni 80 il clima cambiò di nuovo. La guerra fredda ebbe un colpo di coda, rappresentato dalla decisione degli Stati Uniti di schierare in Europa dei missili a raggio intermedio con capacità nucleare, Pershing II e Cruise, in grado di colpire Mosca, i c.d. “euromissili”, destinati ad essere dislocati in Inghilterra, Italia e Germania. In Italia, il 7 agosto del 1981 venne annunziato lo schieramento dei missili Cruise nell’aeroporto di Comiso, provincia di Ragusa. Questa scelta incontrò una diffusa ostilità dell’opinione pubblica. A mobilitarsi furono soprattutto i giovani e gli intellettuali. In Sicilia il Segretario del partito comunista, Pio La Torre, lanciò una petizione popolare che in pochi mesi raccolse un milione di firme, e non si può escludere che quest’iniziativa fu messa nel conto che gli assassini gli fecero pagare il 30 aprile del 1982. 

A Comiso cominciò un pellegrinaggio di giovani portatori di una cultura della nonviolenza, che interagivano con sacerdoti, religiosi buddisti, insegnanti, avvocati e…magistrati. Il mio primo impegno sul fronte della lotta per la pace avvenne proprio a Comiso. Ricordo un convegno che si svolse a Comiso il 17 dicembre 1993 “Gli euromissili e la Costituzione”, organizzato dall’associazione culturale Bertold Brecht, dal Cudip e da Magistratura democratica. Forti movimenti di protesta si svilupparono anche in Germania, Belgio e Olanda. In Germania fu interpellata la Corte Costituzionale federale che, con una sentenza del 16 dicembre 1983, respinse le censure di costituzionalità con una motivazione essenzialmente politica. Malgrado l’esistenza di un forte movimento transnazionale di protesta, il programma di schieramento degli euromissili fu portato a termine. Nel 1984 la battaglia contro gli euromissili sembrava definitivamente perduta e l’orizzonte era tornato cupo, ma nel 1986, dal cuore dell’“impero del male”, venne fuori un pensiero nuovo, inusitato per le sgangherate Cancellerie della guerra fredda. L’avvento al potere di Gorbaciov in Unione Sovietica scompaginò in brevissimo tempo l’ordine mondiale fondato sulla contrapposizione violenta dei blocchi. Dal cuore del potere sovietico vennero fuori delle parole che noi avevamo sentito soltanto dalla bocca dei filosofi e dei profeti. “E’ necessario instaurare un nuovo ordine mondiale per garantire giustizia economica e uguale sicurezza politica per tutti gli Stati. La cessazione della corsa agli armamenti è il presupposto necessario per l’instaurazione di un simile ordine. (..) La sicurezza internazionale globale deve prendere il posto dell’«equilibrio del terrore»: il mondo è uno e la sua sicurezza è indivisibile.”

Sono questi alcuni dei passaggi della Dichiarazione di Nuova Delhi, firmata da Mikhail Gorbaciov e Rajiv Gandhi a nome dell’URSS e dell’India il 27 novembre 1986. La dichiarazione di Nuova Delhi poneva le premesse per cambiare il corso della Storia, esprimendo un pensiero nuovo orientato a delineare una prospettiva concreta di salvezza per l’umanità. A differenza del Progetto per una pace perpetua, scritto da Immanuel Kant nel 1795, la Dichiarazione di Nuova Delhi, non era destinata a rimanere confinata nel campo della speculazione filosofica perché proveniva da un leader politico a capo di una superpotenza dotata di armi nucleari che incarnava uno dei principali attori della politica internazionale. Essa rappresentava una sorta di manifesto del progetto politico alla cui attuazione Gorbaciov si sarebbe dedicato negli anni seguenti. Gli effetti si videro subito, l’8 dicembre 1987 venne firmato a Washington il Trattato INF, (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) in virtù del quale venne disposta l’eliminazione di tutti i missili basati a terra con una gittata fra i 500 ed i 5.500 kilometri dall’una e dall’altra parte della cortina di ferro. 

La lotta popolare contro gli euromissili, seppur sconfitta nell’immediato, alla fine riuscì vincente. In quel periodo guardavamo con trepidazione il nostro futuro e ci sembrava di partecipare al cambiamento della Storia. Il 7 novembre 1989 a Berlino fu una notte di festa straordinaria, quando i vopos si ritrassero ed una folla sterminata si precipitò a scavalcare quel muro che per 28 anni aveva diviso in due il cielo dei berlinesi; diviso le famiglie; separato i destini di chi si trovava al di là o al di qua del muro. Una barriera luttuosa non solo in senso metaforico, una ferita sanguinosa inferta nel corpo vivo del popolo tedesco che, improvvisamente, spariva nel corso di una sola notte. Il crollo del muro di Berlino fu vissuto in tutto il mondo come l’epifenomeno che annunciava la fine di un’era, quella della guerra fredda, e la caduta di quella impenetrabile barriera politica e militare, la cortina di ferro, che aveva diviso l’Europa lungo le linee armistiziali della seconda guerra mondiale. In effettiquell’evento simbolico poneva fine definitivamente alla Seconda guerra mondiale che a Berlino non si era ancora conclusa.

Fu una festa a Berlino, ma anche in tutt’Europa, tutti noi tirammo un sospiro di sollievo; l’epoca dei muri, del confronto brutale fondato sulla forza, della corsa agli armamenti, dell’equilibrio del terrore franava sotto i nostri occhi sotto l’effetto del terremoto della storia. Al suo posto nasceva la speranza di una nuova epoca in cui si potesse avverare la profezia della Carta della Nazioni Unite di un’umanità liberata per sempre dal flagello della guerra, dove le relazioni internazionali ed interne agli Stati fossero regolate dal diritto e dalla giustizia, dove l’architettura della violenza venisse definitivamente smantellata e le spade rimesse nel fodero

Noi che eravamo giovani nell’89 vedevamo dinanzi a noi un orizzonte sereno e sognavamo un futuro colmo di speranza. In quell’epoca il treno della Storia era stato messo su un binario che correva verso un avvenire luminoso. Purtroppo quell’avvenire che ci avevano promesso con la caduta del muro di Berlino è

tramontato nell’arco di una generazione. Come recita la dolente canzone di Luigi Tenco: i sogni sono solo sogni e l’avvenire è ormai quasi passato. In realtà quell’avvenire è passato del tutto, ma ciò non è stato frutto del naturale svolgimento delle vicende umane, bensì di scelte precise degli architetti dell’ordine mondiale che ci hanno derubato dell’avvenire e ci hanno fatto precipitare in questa miserabile condizione di guerra, dalla quale non riusciamo a uscire.

Questo clima di pacificazione durerà ben poco. Verrà interrotto dalla guerra del Golfo nel 1991, prima prova muscolare dell’impero sopravvissuto alla guerra fredda. Ma le vere scelte che cambiano il clima geopolitico vengono effettuate nel corso del 1997 dall’amministrazione Clinton che, stracciando gli impegni assunti con Gorbaciov, decide di estendere la NATO ad est, cominciando ad inglobare Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Si tratta della scelta politicamente più impegnativa che sia stata fatta dall’Amministrazione USA, dopo quella del contenimento dell’URSS, che ha dato origine alla prima guerra fredda. Contro questa scelta insorsero proprio coloro che la guerra fredda l’avevano teorizzata e praticata. In un articolo sul New York Times del 7 febbraio 1997 il diplomatico americano George Kennan, uno dei teorici della guerra fredda, lanciò un grido d’allarme, osservando: “ la decisione di espandere la NATO sarebbe il più grave errore dell’epoca del dopo guerra fredda. Una simile decisione avrebbe l’effetto di infiammare le tendenze nazionalistiche antioccidentali e militariste nell’opinione pubblica russa, pregiudicherebbe lo sviluppo della democrazia in Russia, restaurerebbe l’atmosfera della guerra fredda nelle relazioni est ovest, spingerebbe la politica estera russa in direzioni a noi decisamente non favorevoli.”

Clinton non ascoltò le proteste dei protagonisti della guerra fredda, fra cui lo stesso Henry Kissinger e andò avanti nel suo progetto. Nel summit che si svolse a Madrid l’8 e il 9 luglio 1997, la NATO assunse la decisione di estendersi ad est, cominciando ad includere Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, che furono formalmente ammesse nel 1999.

In questo modo furono poste le premesse per riesumare il fantasma della guerra fredda, fondata questa volta non più sulla competizione politico-ideologica fra i due blocchi, ma su un confronto meramente nazionalistico, come tale meno razionale e più imprevedibile.

All’epoca non si poteva prevedere la guerra che sarebbe scoppiata 25 anni dopo, però non era difficile comprendere che la nuova guerra fredda che si stava impiantando sarebbe stata molto più pericolosa della prima perché avrebbe attizzato derive nazionalistiche molto più irrazionali del confronto ideologico che animava, ma frenava anche, la prima guerra fredda. Tuttavia, una scelta, così densa di incognite, in Italia e nel resto d’Europa è passata inosservata, la politica si è voltata dall’altra parte e nessuno si è accorto che si stava impiantando nel cuore dell’Europa una nuova cortina di ferro.

Il passo successivo è stato quello di cambiare la missione della NATO, che ha “superato” la sua natura di patto difensivo e si è trasformata in un formidabile strumento militare del tutto svincolato dal rispetto della Carta dell’ONU. Questa nuova missione è stata sperimentata con l’aggressione alla Jugoslavia: settantotto giorni di bombardamenti ininterrotti, volti a smembrare l’integrità territoriale della Jugoslavia con la separazione del Kosovo. Nel summit per il cinquantenario della NATO a Washington il 23 e 24 aprile 1999, la NATO legittimava questo suo nuovo volto, dichiarandosi competente a compiere operazioni militari al di fuori dell’art. 5 del Patto Atlantico, cioè si riappropriava del diritto di guerra. Nel disinteresse generale è proseguita l’espansione della NATO ad est, che ha inglobato anche quelle Repubbliche che una volta facevano parte dell’Unione Sovietica (Estonia, Lettonia e Lituania). Con il vertice di Bucarest del 2 aprile 2008, la NATO ha lanciato un ulteriore guanto di sfida alla Russia, dichiarando la disponibilità ad inglobare anche Ucraina e Georgia. Dopo un lavoro di ri-costruzione del nemico durato oltre venti anni, alla fine il nemico si è materializzato e la parola è passata alle armi. In realtà, con la scelta che gli USA hanno imposto alla NATO nel luglio del 1997, il treno della Storia è stato deviato su un altro binario, verso un percorso che ci ha sempre più velocemente allontanato dall’orizzonte del 1989 ed alla fine è arrivato al capolinea il 24 febbraio del 2022, data che simbolicamente rappresenta l’evento opposto e contrario a quello del 9 novembre 1989. Nel frattempo sono passati i migliori anni della nostra vita e oggi rischiamo di lasciare ai nostri figli e nipoti uAggiungi nuovo articolon orizzonte molto più oscuro di quello che noi abbiamo dovuto affrontare nella nostra esperienza di vita.

Approfondimenti dall'archivio

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Documenti
Lettera aperta a chi ci governa | Giacomo Cagnes | Lettera pubblicata in "No ai missili, no alla guerra. Documenti sulla manifestazione No ai missili a Comiso dell'11.10.1981" | 11-10-1981 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Mobilitarsi contro il riarmo | Cgil, Cisl, Uil | Appello Federazione Regionale Siciliana di Cgil, Cisl e Uil diffuso in volantino | 07-11-1981 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
La pace in movimento | Paolo Gentiloni | La nascita del Movimento per la pace: come si struttura, chi sono i protagonisti, obiettivi e difficoltà | 01-12-1981 | Parole chiave: disarmo nucleare, missili, comiso, nato, sicilia, base nato, movimento per la pace, albino bizzotto, ghedi
La lotta per la pace | Pio La Torre | Dalla Relazione al IX Congresso dei Comunisti siciliani, Palermo, 14 gennaio 1982 | 14-01-1982 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Il superamento dei blocchi potrà sconfiggere la logica del riarmo | Comitati per la pace | Documento approvato nell'assemblea nazionale svoltasi a Comiso tra il 6 e il 7 marzo 1982 | 07-03-1982 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Da Comiso un grido di speranza | Coordinamento nazionale dei comitati per la pace | Testo dell'appello approvato nel corso della manifestazione nazionale di Comiso del 4.4.1982 | 18-04-1982 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
La pace per noi cristiani | Salvatore Pappalardo | Testo dell'omelia del Cardinale Pappalardo durante la "Festa per la Pace" delle Acli | 04-07-1982 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Appello al movimento pacifista italiano e internazionale | Campo per la pace di Comiso | Documento approvato a Comiso | 03-08-1982 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili, disobbedienza civile
C'era una volta la Ragnatela | Agata Ruscica | | 07-08-1982 | Parole chiave: Comiso, La Ragnatela
Da oggi a Natale, da Milano a Comiso, il no alla guerra | Diego Landi | Inizio della lunga marcia contro gli euromissili, da Milano al meridione. Articolo pubblicato su L'Unità | 27-11-1982 | Parole chiave: Comiso, manifestazioni
Dialogare un urgenza per il nostro tempo | Luigi Bettazzi, Dante Bertini | Testo di presentazione della quindicesima Marcia della pace di fine anno, patrocinata dalla Cei | 28-11-1982 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili, Manifestazione
Manifesto di Erice | Antonio Zichichi | Documento stilato nell'agosto 1982 in "Segno" | 12-01-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
E ora Comiso | Redazionale | Prima pagina di Rinascita dedicata al movimento mondiale contro gli euromissili | 08-04-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Proposte per un referendum autogestito sull'installazione dei missili a Comiso | Comitato 24 ottobre per la pace contro la guerra | Nota informativa su tutta la logistica legata alla realizzazione del referendum autogestito | 12-04-1983 | Parole chiave: Base Nato, Missili, Comiso
Vittoria, territorio denuclearizzato | Comune di Vittoria | Dichiarazione del Consiglio Comunale di Vittoria | 30-04-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Votate e fate votare | Giuliana Sgrena | Articolo sul n.27 di Pace e Guerra sull'apertura dei 5 mesi di Referendum autogestito sulla base missilistica di Comiso | 02-06-1983 | Parole chiave: Comiso, Referendum autogestito
Cartoline da Comiso | aavv | Cartoline simboliche da inviare alle istituzioni per fare pressione politica contro l'installazione della Base di Nato a Comiso | 18-07-1983 | Parole chiave: Base Nato, Comiso, Euromissili
Guida alle azioni dirette nonviolente. I blocchi alla base di Comiso | Gruppo Affinità | Guida dettagliata, dattiloscritta, alle azioni dirette nonviolente contro gli armamenti e la militarizzazione | 07-08-1983 | Parole chiave: Comiso, Euromissili, disobbedienza civile
Dossier Comiso 8 agosto | I.M.A.C. (International Meeting Against Cruise) | Le azioni di blocco del 6, 7 e 8 agosto 1983, questo dossier nasce con lo scopo di informare sugli accadimenti, dando voce alle parole e alle immagini di chi era presente | 08-08-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili, disobbedienza civile
Chi sono i pacifisti europei | Tom Benetollo | Articolo pubblicato sul n.32 di Rinascita. | 12-08-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Tom Benetollo
Se ti picchiano non reagire | Giuliana Sgrena | Azione diretta nonviolenta di trecento pacifisti a Comiso raccontata da Giuliana Sgrena | 21-08-1983 | Parole chiave: Base Nato, Comiso, Euromissili
Appello del Coordinamento nazionale dei Comitati per la Pace | Coordinamento nazionale dei Comitati per la Pace | Appello in vista della manifestazione del 22 ottobre 1983 | 10-09-1983 | Parole chiave: Comiso, Manifestazione, antimilitarismo, Riarmo
Fine ottobre pacifista in tutto il mondo | Giuliana Sgrena | Calendario delle iniziative italiane e internazionali, per la pace e contro gli euromissili. | 22-09-1983 | Parole chiave: Comiso
Scheda referendum autogestito | . | Scheda fac-simile originaleReferendum autogestito sull’installazione dei missili a Comiso | 01-10-1983 | Parole chiave: Comiso, Missili, Referendum autogestito
Intervento di Ettore Masina | Ettore Masina | Resoconto stenografico dell'intervento Ettore Masina alla Camera, il 7-10-1983, su Comiso | 07-10-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Una giornata di pace | redazionale | La mappa del corteo sulla prima pagina dell'inserto su Roma di Repubblica. | 22-10-1983 | Parole chiave: Comiso, Euromissili
Ecco la galassia del pacifismo | Domenico del Rio, Mino Fuccillo | Cronaca dal "quartier generale" degli organizzatori della Marcia. Pagina intera di Repubblica | 22-10-1983 | Parole chiave: Base Nato, Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Indizione di un referendum popolare sulla installazione a Comiso o su altre parti del territorio nazionale di missili a testata nucleare | La Valle, Ossicini, Alberti, Anderlini, Cavazzuti, De Filippo, Agnoletti, Fiori, Gozzini, Loprieno, Milani, Napoleoni, Basaglia, Pasquino, Pingitore, Pintus, Ulianich | Disegno di legge AS262 1983 | 22-10-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Una nuova terribile spirale della corsa agli armamenti | Enrico Berlinguer | Testo della relazione tenuta da Enrico Berlinguer al Comitato Centrale del PCI del 25 novembre 1983 | 25-11-1983 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Riarmo, sovranità, democrazia | Pietro Ingrao | Lungo articolo di Pietro Ingrao a partire dall'articolo11 della Costituzione. Pubblicato nel numero 48 di Rinascita | 09-12-1983 | Parole chiave: Comiso, Euromissili, Costituzione
Il gruppo 10 marzo, oltre gli schemi, oltre i confini | Elisabetta Addis, Nicoletta Tiliacos | Nascita, storia ed evoluzione del gruppo 10 Marzo | 10-03-1984 | Parole chiave: Comiso, femminismo, greenham common, La Ragnatela
Già in tre milioni dicono "NO" ai missili | Gianni Marsili | Primo bilancio del Referendum Autogestito sull'Installazione dei missili a Comiso. Articolo pubblicato su l'Unità. | 16-03-1984 | Parole chiave: Base Nato, Comiso, Missili, Nato
I missili nucleari hanno reso vana l'idea di popolo sovrano | Gianni Marsili | Articolo su l'Unita. In assemblea ad Ariccia circa 600 comitati per la pace da tutta Italia. | 24-03-1984 | Parole chiave: Comiso, Convenzione End, Disarmo Nucleare, Euromissili, Referendum autogestito
Intervento di Raniero La Valle | Raniero La Valle | Resoconto stenografico della seduta del 11.04.1984 | 11-04-1984 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Agosto pacifista si torna a Comiso | Antonio Mazzeo | Azioni dirette nonviolente nei giorni caldi tra il 6 e il 9 agosto del 1984. Articolo su il Manifesto | 15-07-1984 | Parole chiave: Comiso, Disarmo Nucleare, Euromissili
Norme per l istituzione del Referendum popolare in merito alla permanenza, passaggio, e produzione di armi nucleari, batteriologiche e chimiche sul territorio nazionale e sulla presenza di basi militari di Forze armate straniere sul territorio della Repubblica | . | Proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare | 12-09-1984 | Parole chiave: Base Nato, Comiso, La Maddalena, Missili, Nato, San Damiano
Concorso internazionale per la conversione della base miliatre di Comiso | La Valle e altri | Proposta di legge AC1717 1987 | 07-10-1987 | Parole chiave: Comiso, Euromissili, Riconversione
Carovana europea di pace in Jugoslavia | Alex Langer | Rapporto al Parlamento Europeo sulla Carovana della Pace promossa dalla “Helsinki Citizens’ Assembly” (con segretariato a Praga) ed organizzata dall’ “Associazione per la pace” e dall’ARCI | 01-10-1991 | Parole chiave: Balcani
Donne in nero di Belgrado | Donne in nero | un atto di ribellione nonviolento contro la guerra | 09-10-1991 | Parole chiave: Balcani, Donne in nero
Donne in nero di Belgrado e Pacevo | Donne in nero | Testo dell'appello delle Donne in nero di Belgrado per fermare la mobilitazione illegale e anticostituzionale della leva dei riservisti in Serbia | 30-10-1991 | Parole chiave: Balcani, Donne in nero, Serbia
Assopace e Comitato cittadini bosniaci a Roma. Documento di trasporto | Neva Bernardi | Documento dell'Associazione per la pace che attesta la raccolta di 14.350 kg di aiuti umanitari grazie al Comitato Cittadini Bosniaci a Roma. | 22-01-1992 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario, Aiuti umanitari
Italia nonviolenta IV congresso di Assopace | Giulio Marcon | Relazione di Giulio Marcon, la nonviolenza come trasformazione radicale e rivoluzionaria | 26-02-1992 | Parole chiave: Assopace, Balcani, Banca mondiale, Palestina
Tuzla Amica | Tuzla Amica | La storia di Tuzla Amica, un'organizzazione non governativa e senza scopo di lucro, che ha iniziato la sua attività nel 1992, è stata ufficialmente registrata nel 1996 nell'area del Cantone di Tuzla e dal 2004 è registrata presso il Ministero della Giustizia della Bosnia ed Erzegovina | 04-04-1992 | Parole chiave: Balcani, Donne
Contro la guerra nella ex Jugoslavia | Donne in nero di Roma | " Oggi gridiamo all’orrore dei visi senza speranza di migliaia di profughi". Appello delle Donne in nero per la fine della guerra in ex Jugoslavia | 28-05-1992 | Parole chiave: Balcani, Difesa nonviolenta, femminismo
Ex-Jugoslavia: cittadini di pace presentazione del Verona Forum | Alex Langer | Programma della Conferenza di pace dei cittadini dell’ex-Jugoslavia organizzata dal Comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nell’ex-Jugoslavia | 17-09-1992 | Parole chiave: Balcani
Forum per la pace e la riconciliazione nella ex Jugoslavia | Alex Langer | Conclusioni della Prima Arena di Verona, 17/20 settembre 1992 | 22-09-1992 | Parole chiave: Balcani, Alex Langer
Dentro il conflitto | Agostino Zanotti | Venti anni fa, con l'inizio della fine della Jugoslavia, nasce in Italia uno straordinario movimento di solidarietà fatto di convogli umanitari, ospitalità ai profughi e relazioni che continuano ancora oggi. La testimonianza di uno dei protagonisti di quella stagione, segnata dalla strage dei volontari italiani a Gornj Vakuf il 29 maggio 1993 | 30-05-1993 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario
Sarajevo cuore d'Europa | aavv | Volantino di promozione dell'iniziativa di raccolta di aiuti umanitari per Sarajevo | 28-06-1993 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Balcani, Sarajevo
Adottate la Pace | Roberta Giordano | "Adotta la pace" iniziativa promossa dall'Arci | 28-07-1993 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario
Cronologia di Mir Sada | aavv | Giorno per giorno, l'esperienza di Mir Sada | 15-08-1993 | Parole chiave: Balcani, Mir Sada, Sarajevo
Lettera di Stasa | Stasa | Lettera di Stasa sul Movimento donne per la pace e sulle Donne in nero | 02-09-1993 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo, donne, femminismo
Disarmiamo l inverno | Ics | Raccolta straordinaria di aiuti per la Bosnia-Erzegovina promossa dal Consorzio Italiano di Solidarietà | 20-12-1993 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo
Da Ancona a Falconara marcia nazionale della solidarietà | Arci, Anpas, Acli, Associazione per la pace | Appello e comunicato stampa di lancio della Marcia Ancona-Falconara | 28-03-1994 | Parole chiave: Balcani, Manifestazione
Qualcuno dopo questo massacro | Gianni D Elia | Recensione al libro "Qualcuno dovrà dopo tutto. Racconti e poesie dalla guerra". Edito da Lunaria in collaborazione con Associazione per la pace. International Peace Center di Sarajevo e Pen Club. Con poesie di, tra gli altri, Gianni D'Elia eTommaso di Francesco | 20-02-1995 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo
Bosnia per fermare la guerra per rilanciare la solidarieta | Associazione per la pace, Arci | Lettera ai parlamentari. Le proposte del volontariato | 31-05-1995 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario
Bosnia per fermare la guerra per rilanciare la solidarieta | Arci, Associazione per la pace | Lettera aperta ai parlamentari | 31-05-1995 | Parole chiave: Aiuti umanitari, Balcani, Intervento umanitario
E ora mettiamolo al bando | Giulio Marcon | Articolo su il manifesto. Sotto il ponte che collega Belgrado a Pancevo vivono in duemila e duecento. Sono rom profughi dal Kosovo, scacciati dalle bombe Nato e dall'Uck. Per loro morire di uranio impoverito può essere addirittura un lusso | 21-01-2001 | Parole chiave: Uranio, Balcani
Balcani dopo tanti errori evitarne un altro | Arci | Sull’intervento della comunità internazionale a sette anni dalla fine del decennio di guerra guerreggiata dei Balcani | 17-02-2007 | Parole chiave: Balcani, Kosovo
Donne contro gli euromissili | Maria Letizia Fontana | Una prospettiva transnazionale e di genere dei movimenti antinucleari femministi e pacifisti nei primi anni Ottanta in Italia e Belgio. | 06-06-2023 | Parole chiave: Comiso, La Ragnatela, disarmo nucleare, Euromissili

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