Don Tonino Bello, riconoscimento postumo per il “pacifista scomodo”
Don Tonino Bello (1935-1993) vescovo cattolico, impegnato per la giustizia sociale, il disarmo e contro la guerra, fondatore di “Mosaico di Pace”, processo di beatificazione in corso
Venticinque anni fa moriva don Tonino Bello, una delle voci più profetiche della Chiesa italiana e dell’impegno per la pace. La sua eredità è accanto a quella di don Milani, Padre Balducci, don Mazzolari. Vescovo di Molfetta da 1982, poi nel 1985, a capo di Pax Christi è stata una voce scomoda per la Chiesa e una presenza insostituibile per gli operatori di pace del nostro paese. Il compianto Guglielmo Minervini, che gli fu vicino per tanto tempo, ha ricordato (nell’introduzione a Il profeta e Re del 1998, edizioni e/o): “La cultura italiana lo ha ignorato. La Chiesa ha invece dovuto sopportarlo”. Ed è per questo che la visita di Papa Francesco ad Alessano, dove Don Tonino nacque nel 1935, è un gesto di riconoscimento e anche di riparazione di fronte alle incomprensioni e alle resistenze che gli ha opposto una parte della gerarchia.
Le sue parole e i suoi atti “spiritualmente eversivi” (ancora Minervini) si sono scontrati con i luoghi comuni e le tradizioni consolidate: “Compito del vescovo è di indicare la precarietà della struttura, che è effimera; anche la Chiesa… è effimera, è precaria… non deve predicare se stessa”. Ed ecco perché per Don Tonino “la Chiesa non dovrebbe essere un indice puntato verso il proprio petto, ma verso un altro, il Regno di Dio”. Il sogno di Don Tonino Bello – ha ricordato Mons. Raffaele Nogaro – era quello di “trasformare una Chiesa ricca che aiuta i poveri, in una Chiesa povera, cioè priva di beni e di strutture, ma piena di amore, di accoglienza, di condivisione”.
È sempre stato in mezzo agli ultimi, consolando gli afflitti – le vittime delle guerre, i migranti, i poveri – ma ha richiamato il bisogno di affliggere i consolati, quelli che girano la testa dall’altra parte, gli indifferenti, i farisei, i beneficiati dal potere e dalla ricchezza, i conformisti, i privilegiati. E si è battuto incessantemente contro i “signori della guerra”, testimoniando la sua presenza contro l’intervento militare nel Golfo, la militarizzazione della Puglia, la guerra in ex Jugoslavia. C’era anche lui a Sarajevo il 10 e 11 dicembre del 1992 con la spedizione dei Beati i Costruttori di Pace, di cui ci ha lasciato un breve ed intenso diario. L’11 dicembre – quando rompendo l’assedio, i pacifisti con Don Tonino entrano a Sarajevo – scrive: “Da nove mesi quando giungono le quattro pomeridiane in città non entrano neppure le camionette dell’Onu. Ma stasera c’è un’altra Onu: quella dei popoli, della base”, con un messaggio: “che la pace va osata”.
È sempre stato a fianco dei pacifisti: anche quando nel giugno del 1992 (e nei mesi successivi), nel pieno della guerra in Bosnia Erzegovina, c’è chi si esercitava a chiedere, come Veltroni sull’Unità, ”Dove sono i pacifisti, perché non manifestano come ai tempi del Vietnam?”. Ironicamente Don Tonino aveva risposto (sull’Avvenire) che i “pacifisti latitanti” non stanno nei salotti televisivi, ad agitarsi con facili slogan, a fare il tifo nelle piazze, ma da un’altra parte: ad aiutare le vittime nelle zone del conflitto, a mettere con coerenza in atto la nonviolenza, a costruire iniziative di diplomazia dal basso, a mettere in pratica quello che
Alex Langer avrebbe definito – proprio nelle stesse settimane in cui Don Tonino scriveva quell’articolo – come «pacifismo concreto».
Negli anni in cui Don Tonino Bello è stato a capo di Pax Christi, ha portato quell’organizzazione sempre in prima fila contro la guerra, impegnata per la riduzione delle spese militari e contro la militarizzazione del territorio, protesa a costruire la pace con la nonviolenza, la testimonianza concreta, la solidarietà. Don Tonino Bello è stato un autentico profeta, uno scomodo protagonista della denuncia del potere e dei suoi gangli militari, un testimone straordinario del Vangelo e del suo messaggio di amore e di liberazione, un costruttore di pace là dove la pace viene quotidianamente messa in pericolo, umiliata, distrutta. È stato un suo modo un “irregolare” e un oppositore all’ordine delle cose esistente ed in questo modo, un esempio per tutti coloro che ancora oggi vogliono cambiarlo.
Per la pace perpetua | Immanuel Kant | Libro in cui il filosofo aveva immaginato l’obiettivo della pace come concreto obiettivo politico e ne aveva anche proposto una soluzione. Prima traduzione italiana dal tedesco | 07-02-1795 | Parole chiave: Pacifismo, nonviolenza, diritto internazionale
Quit India | Gandhi | Discorso che diede inizio al movimento Quit India | 08-08-1942 | Parole chiave: nonviolenza, Gandhi
I Have a Dream | M.L.King | Testo integrale in italiano dello storico discorso di M.L.King del 28 agosto 1963 | 28-08-1963 | Parole chiave: nonviolenza, anticolonialismo
Paghiamo per la Pace, anziché per la guerra | Centro Coordinatore Nazionale per l'Obiezione Fiscale | Volantino della Campagna nazionale nonviolenta: obiezione fiscale alle spese militari. Dalla Raccolta di manifesti della Casa per la Pace ‘La Filanda’ di Casalecchio di Reno, curata dal Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale | 01-01-1985 | Parole chiave: Obiezione fiscale, nonviolenza
Per la Cina e per la democrazia | Giancarla Codrignani | Articolo tratto dall'opuscolo "Con gli studenti cinesi. Gli argomenti e la forza della nonviolenza" di Associazione per la Pace e Associazione studentesca pacifista | 07-07-1989 | Parole chiave: Tien an Men, nonviolenza
Da Tien an Men si può ripartire | Duccio Campagnoli | Articolo tratto dall'opuscolo "Con gli studenti cinesi. Gli argomenti e la forza della nonviolenza" di Associazione per la Pace e Associazione studentesca pacifista | 10-07-1989 | Parole chiave: nonviolenza, Tien an Men
Complicità | Sabina Petrucci | Appendice al libro La non violenza delle donne, Quattro Castella - Aprile 1990 | 04-10-1990 | Parole chiave: donne, nonviolenza
Inner story | Tom Benetollo | Racconto di un'idea diventata realtà: la carovana della pace da Skopje a Sarajevo | 24-09-1991 | Parole chiave: Sarajevo, Tom Benetollo
Carovana europea di pace in Jugoslavia | Alex Langer | Rapporto al Parlamento Europeo sulla Carovana della Pace promossa dalla “Helsinki Citizens’ Assembly” (con segretariato a Praga) ed organizzata dall’ “Associazione per la pace” e dall’ARCI | 01-10-1991 | Parole chiave: Balcani
Donne in nero di Belgrado e Pacevo | Donne in nero | Testo dell'appello delle Donne in nero di Belgrado per fermare la mobilitazione illegale e anticostituzionale della leva dei riservisti in Serbia | 30-10-1991 | Parole chiave: Balcani, Donne in nero, Serbia
Tuzla Amica | Tuzla Amica | La storia di Tuzla Amica, un'organizzazione non governativa e senza scopo di lucro, che ha iniziato la sua attività nel 1992, è stata ufficialmente registrata nel 1996 nell'area del Cantone di Tuzla e dal 2004 è registrata presso il Ministero della Giustizia della Bosnia ed Erzegovina | 04-04-1992 | Parole chiave: Balcani, Donne
Dentro il conflitto | Agostino Zanotti | Venti anni fa, con l'inizio della fine della Jugoslavia, nasce in Italia uno straordinario movimento di solidarietà fatto di convogli umanitari, ospitalità ai profughi e relazioni che continuano ancora oggi. La testimonianza di uno dei protagonisti di quella stagione, segnata dalla strage dei volontari italiani a Gornj Vakuf il 29 maggio 1993 | 30-05-1993 | Parole chiave: Balcani, Intervento umanitario
Disarmiamo l inverno | Ics | Raccolta straordinaria di aiuti per la Bosnia-Erzegovina promossa dal Consorzio Italiano di Solidarietà | 20-12-1993 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo
Qualcuno dopo questo massacro | Gianni D Elia | Recensione al libro "Qualcuno dovrà dopo tutto. Racconti e poesie dalla guerra". Edito da Lunaria in collaborazione con Associazione per la pace. International Peace Center di Sarajevo e Pen Club. Con poesie di, tra gli altri, Gianni D'Elia eTommaso di Francesco | 20-02-1995 | Parole chiave: Balcani, Sarajevo
E ora mettiamolo al bando | Giulio Marcon | Articolo su il manifesto. Sotto il ponte che collega Belgrado a Pancevo vivono in duemila e duecento. Sono rom profughi dal Kosovo, scacciati dalle bombe Nato e dall'Uck. Per loro morire di uranio impoverito può essere addirittura un lusso | 21-01-2001 | Parole chiave: Uranio, Balcani
Ogni vittima ha il volto di Abele | PeaceLink - Centro di Ricerca per la Pace e i Diritti Umani di Viterbo - Movimento Nonviolento | Per lo svolgimento di commemorazioni nonviolente nella giornata del 4 novembre | 04-11-2011 | Parole chiave: Difesa nonviolenta, Disarmo, nonviolenza
M.L.King a al Lincoln Memorial di Washington alla fine di una manifestazione per i diritti civili nota come la marcia su Washington per il lavoro e la libertà
La grande Colomba
La "Grande Colomba" di Pablo Picasso nel Manifesto per il Congresso Mondiale dei Partigiani della Pace svoltosi a Parigi nell’Aprile del 1949
Mir Sada - Ancona (1/11)
Sono oltre duemila i pacifisti italiani e provenienti da paesi europei ed extraeuropei, che aderiscono a Mir Sada. I primi 1200 pacifisti si ritrovano il 1° agosto in un grande hangar nei pressi del porto di Ancona. In attesa dell'imbarco per Spalato, avvengono incontri tra i cosiddetti "gruppi di affinità" e riunioni in assemblea plenaria. Altri gruppi arriveranno nei tre giorni successivi direttamente al campo base di Spalato. Foto di Mario Boccia 1/11
Mir Sada - Ricordi (2/11)
Otto di sera, il traghetto è pronto a partire. Sulla battagliola viene appeso uno striscione in ricordo di attivisti del movimento pacifista, morti nella primavera di quell'anno. Il 20 aprile muore per malattia Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e ideatore della marcia del 500 del dicembre 1992. Il 29 maggio vengono uccisi, in un agguato in Bosnia Erzegovina, tre volontari bresciani: Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Partenza (3/11)
Mentre la nave salpa, i monaci buddisti che partecipano all'iniziativa battono sui loro strumenti a percussione il tam-tam. Per salutare coloro che sono rimasti sul molo e per portare buon auspicio al viaggio. Un ritmico suono che accompagna la nave fino in mare aperto e che ricomincia la mattina successiva, in vista del porto di Spalato. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Bizzotto (4/11)
I due portavoce delle organizzazioni promotrici, ascoltano i partecipanti al dibattito. Sono, in primo piano nella foto, Don Albino Bizzotto, presidente dei "Beati Costruttori di Pace" con sede a Padova e Alain Michelle, presidente dell'associazione umanitaria francesce "Equilibre" (sulla sinistra e dietro a Don Albino Bizzotto) responsabile della logistica e dell'assistenza medica durante Mir Sada. Foto di Mario Boccia
Mir Sada Locatelli (5/11)
L'accampamento di Spalato è costellato di cartelloni informativi appesi agli alberi, tradotti in diverse lingue. Il ragazzo con i capelli lunghi neri, raccolti in una coda, è Gabriele Moreno Locatelli. Moreno è uno dei volontari dei Beati Costruttori di Pace che resterà a Sarajevo nei mesi successivi. Verrà ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993 sul ponte Vrbanja, durante un'iniziativa organizzata dagli stessi Beati. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Sorriso (6/11)
L'attesa nei pressi di Prozor vede una grande solidarietà tra i partecipanti, appartenenti a realtà della società civile e del movimento pacifista, molto diverse tra loro. A sinistra nella foto Raffaella Bolini, di Arci e rappresentante del neonato "ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà", oggi responsabile di Arci internazionale. Accanto, Carmen Bertolazzi, presidente di "Arcisolidarietà Ora d'Aria". Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Riparo (7/11)
Il padre francescano Alain Richard è francese ma per partecipare a Mir Sada è partito dagli USA dove abita. E' uno dei più importanti portavoce del movimento per la pace mondiale. Negli anni duemila torna a vivere in Francia e lancia un nuovo modo di manifestare pacificamente: i "cercle de silence" che prevedono la raccolta, ogni mese in giorno e ora stabilita, di manifestanti in cerchio e in silenzio in una piazza pubblica. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Appello (8/11)
Il 7 agosto, durante un contatto radio con l'Unità di crisi della Farnesina, i pacifisti rimasti a Ramsko vengono informati del peggioramento della situazione. Proseguire per Sarajevo significa rischiare la prigionia o il martirio. In assemblea generale viene deciso di non proseguire verso la capitale bosniaca, ma di scrivere un appello da consegnare alla vicina base delle forze di pace Onu (Unprofor). Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Mostar (9/11)
Dal lago di Ramsko un gruppo di 58 decide di proseguire verso Sarajevo, tutti gli altri tornano a Spalato. Da lì, riunitisi con i pacifisti rimasti alla base spalatina, si avviano contrattazioni con le parti croata e musulmana per permettere a Mir Sada l'ingresso a Mostar. Una città divisa in due, est e ovest, dal conflitto. L'intento dei pacifisti è spingerli a una tregua e portare ad entrambe le parti gli aiuti umanitari trasportati dall'Italia. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Discorso (10/11)
Mentre i pacifisti sono nella piazza della cattedrale, non viene rispettato nemmeno il cessate il fuoco. Durante il discorso tenuto sulle gradinate, l'artiglieria croato-bosniaca continua a bombardare verso est la parte musulmana. Nella foto, Dino Frisullo con il microfono in mano. Alla sua destra Tom Benetollo, allora presidente di ArciNova e poi presidente Arci dal 1995 fino alla sua morte precoce nel 2004. Foto di Mario Boccia
Mir Sada - Comunicazione (11/11)
Ancona, foto di gruppo davanti al furgone che ha funzionato da ufficio stampa e da stazione radio durante tutta l'iniziativa Mir Sada. Nella fila di persone in piedi, secondo da sinistra in giacca e con gli occhiali c'è Giorgio Bonelli, che ha ricoperto il ruolo di responsabile dell'ufficio stampa. Davanti, secondo da sinistra, c'è invece il giornalista fotoreporter Mario Boccia (autore delle foto di questa galleria). Foto di Mario Boccia
Marcia dei 500 (1/5)
Monsignor Tonino Bello lancia nell'estate del 1992 l'appello perché si dia un concreto contributo alla pace e alla giustizia in Bosnia con un'iniziativa nonviolenta. L'organizzazione viene assunta dai "Beati costruttori di Pace". Dopo mesi di preparativi 500 pacifisti decidono di partire da Ancona il 7 dicembre del '92. Obiettivo: arrivare a Sarajevo, sotto assedio da nove mesi, il 10 dicembre in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani. Foto di Mario Boccia
Marcia dei 500 (2/5)
I pacifisti arrivano a Kiseljak la sera del 9 dicembre e vengono ospitati per la notte in una scuola media, accolti dal sindaco e dal rappresentante della Croce rossa. La mattina successiva i 500 si riuniscono in assemblea, per condividere le informazioni secondo cui gli scontri e i bombardamenti sono aumentati di intensità. Intanto i responsabili dell'organizzazione della marcia in loco hanno già fatto avanti e indietro dai vari posti di blocco fra Kiseljak e Sarajevo, per concordare con i comandanti locali l'assenso al transito. Foto di Mario Boccia
Marcia dei 500 (3/5)
Assorto, Monsignor Tonino Bello, vescovo di Molfetta, ascolta gli interventi durante l'assemblea di Kiseljak. E' ispiratore e guida della Marcia dei 500, che decide di accompagnare nonostante già molto malato. Morirà pochi mesi dopo, il 20 aprile 1993. Foto di Mario Boccia
Marcia dei 500 (4/5)
Il gruppo "sanità" della Marcia dei 500 formato da 18 medici e 18 infermieri, viaggia distribuito nei diversi pullman e nelle due ambulanze donate dalla Regione Veneto con lo scopo di lasciarle in dotazione a due ospedali nell'area di Sarajevo. Nella foto, Marisa Siccardi prima della partenza da Kiseljak. Allora direttrice didattica della scuola per infermieri professionali di Sarzana, parteciperà poi a moltissimi interventi sanitari nell'area dell'ex-Jugoslavia. Foto di Mario Boccia
Marcia dei 500 (5/5)
La mattina del 12 dicembre avviene il vero ingresso in città. La carovana si muove a piedi dalla scuola in cui ha dormito, nei pressi del palazzo che oggi è sede della municipalità "Sarajevo centro", lungo le strade che si snodano verso l'inizio di Baščaršija. Foto di Mario Boccia
Operazione Colomba: primo viaggio Zara Croazia.
Nel giugno del 92 Antonio e Kappa partono alla volta della Ex Jugoslavia martoriata dalla guerra....nasce Operazione Colomba! Tanto è il tempo che è trascorso da quel primo viaggio nei Balcani con la mitica 127 bianca (partenza da Rimini e ritorno a Rimini, con sole 36 ore a disposizione...), all'indomani dello scoppio di un conflitto che riportava la guerra nel cuore dell'Europa. Dimostrare che anche i civili, senza armi e agendo in modo nonviolento, potessero avere un ruolo di Pace all'interno dei conflitti era la sfida che, nell'estate del 1992, aveva spinto quei due obiettori di coscienza al servizio militare della Comunità Papa Giovanni XXIII a partire per i Balcani. Dal sito www.operazionecolomba.it
Operazione Colomba. Primi campi a Ploce in Croazia
Campo di volontariato alla prima linea del fronte
Sarajevo cuore d Europa
Iniziativa per sostenere la cultura multietnica di pace e di convivenza
Sergio Lana Guido Puletti e Fabio Moreni
Il 29 maggio 1993 un convoglio di aiuti umanitari partì da Brescia diretto a Zavidovići in Bosnia centrale, venne assalito da una banda militare nei pressi di Gornji Vakuf. Dei cinque volontari che formavano il convoglio - Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni, Agostino Zanotti e Christian Penocchio - tre vennero uccisi e due si salvarono scappando nei boschi. Il responsabile fu condannato, prima in Bosnia e poi in Italia.
Crimini contro le donne
Mostra sugli stupri delle donne in Bosnia raccontate attraverso i disegni di Amira, ragazza di Tuzla. Pubblicazione su concessione del Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale
Marcia nazionale da Ancona a Falconara per la pace nella ex Jugoslavia
Momento della marcia Ancona-Falconara, imponente e unitaria manifestazione pacifista per il cessate il fuoco in Bosnia. Foto di Mario Boccia
Marcia nazionale da Ancona a Falconara per la pace nella ex Jugoslavia
Striscione di Assopace durante la marcia Ancona-Falconara. Foto di Mario Boccia
La prima marcia Perugia-Assisi
Foto della manifestazione con Aldo Capitini
Marcia per la pace contro la guerra in Vietnam
Testa del corteo con Ernesto Treccani e Danilo Dolci. Foto di Loconsolo Silvestre
Marcia Perugia-Assisi
Dalla prima marcia Perugia-Assisi del 1961
Dalla prima marcia Perugia-Assisi
Primo piano di un manifestante
Primo premio Angelo Frammartino
Locandina dell'iniziativa
Da Ancona a Falconara la nuova solidarieta
Distribuzione di Arcipelago durante la marcia da Ancona a Falconara
Da Ancona a Falconara marcia nazionale della solidarieta
Giulio Marcon sul palco al termine della marcia
Caravan for Peace
Caravan for Peace
Video
3 ottobre 1993 Moreno Locatelli
Gabriele Moreno Locatelli veniva colpito a morte da una raffica sul ponte Vrbanja di Sarajevo, la prima linea tra gli assedianti e gli assediati.
Pietro Ingrao: la nonviolenza e la giustizia sociale
Intervento di Pietro Ingrao durante "Non violenza e giustizia sociale" convegno organizzato a Reggio Emilia
La Marcia del sale
Il Mahatma Gandhi e i suoi associati - Sarojini Naidu e altri - durante il satyagraha del sale (marcia del sale)
Courtesy: Gandhi Films Foundation / GandhiServe
Discorso di Gandhi
Discorso del Mahatma Gandhi
Mir Sada Pace Ora
Documentario da Mir Sada. Edizione Beati Costruttori di Pace
Marcia della Pace a Sarajevo
Il 6 dicembre del 1992 partirono dal porto di Ancona verso Sarajevo, sotto assedio da nove mesi nella guerra dei Balcani, 500 pacifisti italiani. Con loro anche tre obiettori di coscienza, che nonostante il Ministero della Difesa avesse negato loro il permesso all'espatrio, allora non previsto, gettarono così i primi semi del futuro servizio civile all'estero.
Un'altra difesa è possibile
Durante l’incontro sono state presentate le prossime iniziative della Campagna per il 2016 dopo il primo importante risultato raggiunto con il deposito di oltre 50.000 firme a sostegno della Legge di Iniziativa Popolare "Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta"
Podcast
La polizia carica antimilitaristi
Registrazione audio di Alfonso Gianni a Comiso luned 8 agosto 1983 alle 00.00
Comizio a conclusione della marcia della pace
Registrazione audio del "Comizio a conclusione della marcia della pace", registrato a Bologna venerdì 25 maggio 1962 alle 00:00. L'evento è stato organizzato da Comitato promotore della Consulta della pace dell'Emilia-Romagna e Consulta della pace di Bologna e Consulta Italiana per la Pace.
Seminario internazionale di discussioni sulle tecniche della nonviolenza
La nonviolenza in rapporto allo Stato (1-10 agosto, Sesta giornata) Durante la giornata, sono trattati alcuni punti circa i rapporti dell'azione nonviolenta verso lo Stato, la polizia e il sistema giudiziario. Con interventi di Aldo Capitini
Assemblea Nazionale dei progetti di pace e di solidarieta con i cittadini della ex Jugoslavia
Registrazione audio dell'assemblea Sono intervenuti: Gianna Benucci (ARCI), Raffaella Bolini (ARCI), Doriana Giglioli, Alberto Salvato, Franco Codega (ACLI), Enrica Ceppi, Salinari, Giulio Marcon, Severino Galante (PRC), Antonio Papisca (professore), Tom Benetollo (ARCI), Vincenzo Barba, Roberto Cuillo, Paolo Bertazzolo (LA RETE), Bruno Francisci, Renato Covacic, Mimmo Pinto (PSI), Daria Minucci (DC), Michele De Martino, Giorgio Beltrami (VERDI), Cracco, Enzo Robutti (VERDI), Carla Grandi, Stefano Semenzato (VERDI), Lidia Campagnano (giornalista), Chiara Ingrao (PDS), Giampiero Rasimelli (ARCI), Migone, Jasna Taklez (giornalista), Gianfranco Schiavone, Gianna Benucci.
L eccidio dei tre volontari italiani in Bosnia
Audio della conferenza stampa
Ex Jugoslavia una guerra europea
Convegno organizzato dall'Associazione per la pace sugli strumenti per prevenire e fermare la guerra, il ruolo dell'ONU l'impegno del movimento per la pace e la solidarietà
Nessun movente Cronaca di un eccidio
Trailer "Nessun movente cronaca di un eccidio". Siamo nel cuore del conflitto che sta distruggendo la ex-Jugoslavia. Un convoglio costituito da cinque volontari italiani sta trasportando aiuti umanitari per la popolazione: i loro nomi sono Sergio Lana, Fabio Moreni, Guido Puletti, Christian Penocchio, Agostino Zanotti. Improvvisamente il convoglio viene fermato da un gruppo armato
Di ritorno da Sarajevo
Registrazione audio della conferenza stampa dal titolo ""Di ritorno da Sarajevo"" che si è tenuta a Roma martedì 15 dicembre 1992 Con Albino Bizzotto (SACERDOTE), Luigi Bettazzi (VESCOVO), Chicco Crippa (VERDI), Martino Dorigo (PRC), Galileo Guidi (PDS), Angelo Cavagna (SACERDOTE), Carlo Maggiolo (MEDICO), Renato Sacco (SACERDOTE), Giovanni Bersani (DC).
Mai più eserciti e guerre
Comizio conclusivo della Marcia Perugia - Assisi
Assemblea Nazionale dei progetti di pace e di solidarieta con i cittadini della ex Jugoslavia